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Chiesa ferma il Milan, stop di Inter e Napoli: i temi della sedicesima di Serie A

Epifania di campionato piena di sorprese: dal Milan che torna a perdere in Serie A dopo 304 giorni allo Spezia corsaro al Maradona. A centro classifica altro colpaccio del Benevento

Chiesa Juve Serie A

Altra giornata di Serie A, con 10 partite nel giro di 10 ore condite di gol – senza goleade – ma tante sorprese e lampi di classe, a cominciare dal big match che ricompatta il gruppo in testa al campionato.

Il ruggito della Juve: prima sconfitta del Milan in Serie A

Era la partita più attesa di questa ripresa post-natalizia, messa in dubbio alla vigilia dalle positività di Alex Sandro e Cuadrado, ma alla fine non ha tradito le attese. Con una prova di forza diversa dal solito, la Juventus condanna il Milan alla sconfitta in Serie A per la prima volta da 27 partite, 304 giorni. Prova di forza nuova perché avvenuta con l’assenza di Cristiano Ronaldo, seppur il portoghese sia stato in campo per 90 minuti. L’asse decisivo è stato Dybala-Chiesa: due assist per due gol che hanno indirizzato una partita e con Szczesny che ha fatto il suo per rintuzzare un Milan che, dopo i primi 25 minuti di caos, ha avuto una reazione rabbiosa.

A lungo andare le troppe assenze in casa rossonera e la maggiore profondità della panchina bianconera hanno fatto la differenza, ma il Diavolo non esce ridimensionato dal campo. Tutta da valutare la risposta, anche psicologica, della squadra di Pioli che rimane in testa grazie alla sconfitta dell’Inter a Genova.

La frenata dell’Inter, l’accelerazione della Roma: aggancio possibile

Proprio i nerazzurri sono stati protagonisti di uno stop imprevisto, al termine di una striscia di 8 vittorie consecutive. È andato tutto storto nel pomeriggio genovese: mira imprecisa sotto porta, un Audero in giornata di grazia, più il detto rivisitato “rigore sbagliato, rigore subito” e la legge degli ex, entrambi a segno. Non bastano i 23 tiri (di cui 11 in porta) dei nerazzurri: anche senza Lukaku, ad inizio partita l’Inter ha creato e sprecato, per un testacoda che ci può stare nell’arco di un campionato ma che nell’occasione è costato il sorpasso ai cugini.

Chi invece ne approfitta per avvicinarsi è la Roma, che similmente alla partita di Bologna, chiude la pratica Crotone nel primo tempo. Se Dzeko parte dalla panchina, è Borja Mayoral a fare il mattatore: tap in su assist del solito Mkhitaryan, destro mortifero dai 25 metri all’angolino e rigore procurato. Il rallentamento dei giallorossi nella ripresa ha rimesso leggermente in bilico la sfida, ma la Lupa ora si trova a 3 punti dall’Inter, con lo scontro diretto nel lunch match di domenica. Qualora Fonseca vincesse, sarebbe aggancio e l’avanzamento di una seria candidatura al ruolo di protagonisti di questa equilibratissima Serie A.

Corre l’Atalanta, tornano a vincere Sassuolo e Lazio, stop clamoroso del Napoli

Sta tornando la Dea conosciuta l’anno scorso, non tanto nel gioco e nei gol quanto nella continuità di rendimento. Secco 3-0 ad un Parma in piena difficoltà (di risultati e di uomini), 14 punti nelle ultimi 6 partite e sesto posto in coabitazione col Napoli, con la sensazione che la banda Gasperini si sia pure “trattenuta”.

Come detto aggancio al Napoli che perde clamorosamente al “Diego Armando Maradona” contro uno Spezia che ribalta la situazione in 10 uomini e torna a vincere dopo 8 turni. Come nel caso dell’Inter, anche qui i numeri parlano di un predominio della squadra di Inzaghi, con ben 27 tiri, di cui 11 nello specchio della porta contro i 4 avversari. Merito anche di Provedel che ha fatto miracoli, ma la sciocchezza di Fabian Ruiz, che regala il rigore del pareggio, è pesantissima.

Davanti alla coppia Atalanta- Napoli, tiene il quinto posto il Sassuolo, che costringe alla prima sconfitta Davide Ballardini da quando è tornato al Genoa. Stavolta a togliere le castagne dal fuoco è la testa di un Raspadori entrato da pochi minuti e sempre più prospetto da tenere sott’occhio.

Riparte anche la Lazio, che all’Olimpico ritrova la vittoria contro una Fiorentina che sembra già aver perso lo slancio della vittoria a Torino. Sufficienti la girata di Caicedo in apertura di partita ed il tocco sotto porta del rapace Immobile ad un quarto d’ora dalla fine. Per Inzaghi 3 punti preziosi per riavvicinare le zone alte della classifica, grazie anche agli stop altrui.

Zona salvezza: il colpo dello Spezia inguaia tutti

Nella seconda metà della classifica non fa quasi più sorpresa il successo del Benevento, che ribalta il Cagliari in tre minuti ed ottiene la terza vittoria nelle ultime quattro giornate: ora il margine dal 18° posto è di 9 punti. L’inattesa impresa dello Spezia di Italiano mette in crisi tutte le piccole che hanno perso: dal Crotone fanalino di coda, passando per Genoa, Parma – che ha esonerato Liverani: torna D’Aversa – Cagliari e Fiorentina, che sono rispettivamente a 2 e 3 punti dalla zona calda. Avanti a piccoli passi Bologna, Udinese (che recupera all’ultimo gli emiliani), un Torino in leggera ripresa ed il Verona, che può fregiarsi come ultimo del trenino delle squadre di vertice.

Ci Piace e Non Ci Piace: Nzola e il Cagliari

Nel voler premiare ancora il successo spezzino, palma di migliore a M’Bala Nzola che si estende oltre la partita di Napoli. Per l’attaccante francese, che ha contribuito anche per il gol del sorpasso, quella di ieri è l’ottava marcatura in 12 presenze quest’anno, la sesta nelle ultime 7. Trascinatore.

Il malus di giornata, evitando l’accanimento verso il Parma, lo diamo al Cagliari, alla terza sconfitta consecutiva, che non vince esattamente da due mesi (2-0 alla Samp il 7 novembre scorso). In mezzo quattro pareggi e cinque sconfitte che portano Di Francesco sulla graticola. Basterà il ritorno di Nainggolan a ridare ossigeno ai sardi?

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