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Caso Marò: sconfitta diplomatica, politica e militare

Intervista a Simone Di Stefano, vicepresidente di CasaPound Italia

S'intravede un timido barlume di speranza per Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, i due fucilieri della San Marco ostaggio dell'intricato pasticcio diplomatico tra Italia ed India. Infatti, dopo due anni e ventisei rinvii d'attesa e speranza, la Corte Suprema indiana ha odiernamente accolto il ricorso nel quale viene contestato il diritto dell'India a condurre l'inchiesta sui due Marò. 
Circostanza che CasaPound Italia sostiene da sempre, con le parole ed i fatti. Tantissime sono state le iniziative portare avanti in questi due anni da CasaPound, anche di recente un folto gruppo di suoi militanti ha sfilato in occasione della maratona capitolina indossando una maglietta gialla con la scritta “Marò liberi”. Proprio per queste ragioni abbiamo domandato a Simone Di Stefano, vicepresidente di CasaPound Italia, un commento sulla notizia.

Commenti a caldo? Si può parlare di “vittoria” rispetto ad una sentenza arrivata con così tanto ritardo?
Non abbiamo mai esultato in questi due anni e non inizieremo a farlo ora. Festeggeremo solo il giorno in cui i nostri soldati prigionieri metteranno piede in Italia. Ogni avvenimento che non sia il rientro in Patria non può che essere un altro schiaffo. Intanto si prende un altro mese di tempo e state sicuri che avremo ancora rinvii fino alle elezioni indiane. E’ giusto che finalmente l’Italia inizi a sostenere l’inammissibilità di un qualsiasi processo in India e che affermi che i soldati non si presenteranno in tribunale, ma doveva sostenere questa linea immediatamente, da accompagnare con un incidente diplomatico come il ritiro del nostro ambasciatore o la chiusura dell’ambasciata indiana a Roma, non aspettare due anni per trovare un etto di coraggio nascosto in chissà quale armadio della Farnesina.

CasaPound Italia, schierandosi dall’inizio e prima degli altri, ha dimostrato di avere particolarmente a cuore questa situazione. Perché?
Perché noi abbiamo sempre sostenuto che sia inammissibile che due soldati italiani in servizio siano trattenuti in un’altra Nazione. A prescindere dai fatti, che vedono comunque i nostri Marò innocenti, per noi è una questione di principio. Un principio che sembra valere per tutte le economie avanzate del mondo o per tutti gli Stati sovrani. Immaginare due soldati tedeschi, inglesi o francesi nella stessa situazione sarebbe impossibile. Due soldati in servizio trattenuti in un'altra Nazione possono essere chiamati solo in un modo: prigionieri. Il mondo politico al contrario ha aspettato le reazioni internazionali, le opinioni della sinistra anti italiana e naturalmente di capire quali erano gli affari commerciali in India. Affari commerciali soprattutto PRIVATI, la vicenda degli elicotteri di Finmeccanica è un ago in un pagliaio rispetto alle aziende italiane che si sono trasferite in India per avere gli schiavi legati al tornio per due euro al giorno.

A chi vanno attribuite le maggiori responsabilità di questo vergognoso episodio d'ingiustizia giudiziaria?
La responsabilità ricade tutta sul Governo Monti e su chi lo ha sostenuto tanto a sinistra quanto a destra. Ditemi voi se questa vicenda non era un motivo valido per far cadere il governo Monti. Al contrario alcuni che si riempiono la bocca della parola Italia hanno continuato a sostenerlo oltre ogni ragionevole dubbio. E non si tratta solo di ingiustizia giudiziaria. Si tratta di sconfitta diplomatica, politica e anche militare.

Questo è stato senz'altro il più eclatante dei tanti episodi che coinvolgono ogni anno i cittadini italiani all'estero. Storie diverse e spesso sommerse il cui minimo comune denominatore sembra essere la mancanza di tutela. Pensa che questa sentenza cambierà la situazione per gli italiani che hanno problemi di giustizia all’estero?
Questa sentenza non cambia nulla. L’atteggiamento tenuto dai governi che fin qui si sono succeduti condanna tutti i nostri connazionali ad essere il bersaglio più facile da colpire in ogni dove. Che si tratti di soldati in missione all’estero o di semplici cittadini italiani residenti in un'altra nazione che incappano in problemi di giustizia, tutto il mondo sa dopo la vicenda Marò che l’Italia si può prendere a schiaffi per due anni. E che non reagirà. Un danno terribile e insostenibile che potrebbe essere riparato solo da un atto di forza. Di cui questa classe politica di vigliacchi è incapace.

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