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Carla Raineri rompe il silenzio su Raggi, Marra e Romeo

“Potevo forse aspettarmi una scorrettezza da parte della Raggi o di Marra, visti i personaggi, ma non certo da Cantone, presidio massimo di legalità e trasparenza”

Carla Raineri rompe il silenzio dopo che la Corte dei Conti ha ritenuto legittima la sua nomina a Capo del Gabinetto del Comune di Roma, nel mezzo della bufera che ha investito la sindaca Virginia Raggi.

Domanda: La sua denuncia, le parole scritte nel suo memoriale alla Procura dopo la brusca esperienza come capo di Gabinetto a Roma si stanno rivelando profetiche, prima l'arresto di Raffaele Marra, di cui lei è stata sin da subito una accusatrice, poi l'indagine contro la Raggi, infine l'inchiesta dell'Espresso su una polizza tra Salvatore Romeo e Virginia Raggi. Lei di cosa si era accorta in quei giorni?

Su Marra la giustizia farà certamente il suo corso. Nel momento in cui ho dato le dimissioni, non conoscevo affatto la pendenza di una indagine a suo carico; la mia è stata una valutazione negativa fatta a pelle, come si suol dire, suffragata da rumors che mi erano giunti all'orecchio; per quanto concerne invece la Raggi, mi dispiace molto per la situazione che sta vivendo. Ero scesa a Roma con il solo scopo di aiutarla e avevo accettato di assumere questo incarico come tecnico, in continuità con il percorso virtuoso che avevamo intrapreso con il prefetto Tronca.

Domanda: La Raggi la costrinse di fatto a dimettersi a fine agosto dopo che lei le chiese l'allontanamento di Marra e le disse che non avrebbe avallato la nomina di Romeo a capo della Segreteria, perché illeggittima.

E' andata proprio così. Io non sarei potuta rimanere un secondo di più, perché quando ho realizzato ciò che la Raggi aveva concepito, o meglio ciò che Marra aveva concepito, è stato senza dubbio lui l'autore materiale, e la Procura ha sequestrato i suoi computer, certamente potrà accertarlo, appunto quando Raggi e Marra concepiscono questo finto quesito per ottenere un parere volto a deleggittimarmi, non sarei potuta rimanere un secondo di più.

Domanda: Rispetto la nomina di Romeo?

Rifiutai di apporre il  visto di legittimità sulla sua nomina che consideravo un'ipotesi scolastica di abuso d'ufficio. La invitai a revocare quella nomina, che pure era stata fatta nonostante io non avessi messo il visto, ma questo non accadde. Con quel meccanismo aspettativa e assunzione con l'articolo 90, di fatto veniva triplicato lo stipendio che Romeo stava percependo in quel momento.

Domanda: Lei ha scritto che di fatto si era creata una struttura parallela, il cui capo era Romeo, sempre protetto dalla sindaca, mentre Marra, pur essendo formalmente il suo vice, riferiva direttamente alla sindaca.

Assolutamente così. Io quando sono arrivata a Roma ho trovato un Gabinetto che era un guscio vuoto. Le funzioni tipiche del Gabinetto di Roma Capitale, quindi di straordinaria importanza e spessore, erano state esportate verso Marra e verso Romeo. Non avevo il controllo di nulla, di nessun flusso informativo, e questi due personaggi vivevano in simbiosi con la sindaca, che io non vedevo, ed erano sempre serrati nella sua stanza.

Domanda: A colpire sono anche altre sue parole. Lei ha detto che Marra e Romeo hanno portato una montagna di voti alla Raggi, poi sono passati all'incasso, però, forse la questione non si limita solo a questo, ho la sensazione che ci sia anche di più.

Moltissimi giornalisti mi hanno chiesto se io avessi un'idea precisa del perché c'era questo legame così forte. Ci siamo interrogati tutti sul perché. Le ipotesi più plausibili potevano essere che questi personaggi l'avessero aiutata nella campagna elettorale, e che l'avessero assicurato un successo, che peraltro era anche scontato, perché chiunque poteva ben immaginare che il sindaco di Roma sarebbe stato un esponente dei 5 Stelle, forse non la Raggi. Adesso leggo, ma di questo non ho avuto notizie prima, di questi intrighi di Palazzo.

Domanda: La Corte dei Conti le ha dato ragione, ritenendo legittima la sua nomina a capo di Gabinetto, non ravvisando alcuna irregolarità come invece aveva sostenuto la Raggi con il parere favorevole dell'Anac di Raffaele Cantone. Una grande vittoria per lei.

E' stata, quella della Corte dei Conti, una notizia fantastica. Il parere di Cantone è stata la pagina più amara della vicenda romana, perché questo finto quesito è stato concepito, ovviamente, come ritorsione perché avevo pronta la nomina del colonnello dei carabinieri in sostituzione di Marra.

Potevo forse aspettarmi una scorrettezza, per usare un eufemismo, da parte della Raggi o di Marra, visti i personaggi, ma non certo da Cantone, il presidente di un'autorità anti corruzione nazionale, presidio massimo di legalità e di trasparenza, e invece questo parere è stato dato proprio nel senso auspicato dalla Raggi e da Marra, in modo repentino e gravemente viziato da errori di metodo e di merito.

E qui vorrei dire che, innanzitutto Cantone non aveva alcun potere per rendere quel parere e avrebbe dovuto astenersi, e invece lo ha reso con sorprendente rapidità in un giorno, senza istruttoria, senza sentire l'interessata, cioè me, e lo ha fatto recapitare con un pony express in Campidoglio con la dicitura "Riservato", come se l'Anac potesse rendere dei pareri in amicizia. Stendiamo un velo pietoso sulle falsità contenute nelle premesse del provvedimento, che evidentemente, non sono stati letti neppure gli atti della mia nomina. (Radio anch'io. Radio1, Rai)

 

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