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Campi Rom a Roma, mesi dopo l’annuncio della chiusura sono aperti e abbandonati

Il punto della situazione: La Barbuta? Aperto, Monachina? Aperto. Castel Romano? Aperto. Camping River? Aperto…

Raggi – Baldassarre, dopo il proclama in pompa magna del 31 maggio scorso, sulla chiusura programmatica dei campi rom, oggi  sembrano ancora abbandonati a se stessi. Facciamo un passo indietro e torniamo al 31 maggio, data in cui fu fatto l’annuncio della chiusura programmatica dei campi rom nel territorio di Roma e della successiva ricollocazione dei residenti, con tanto di toni trionfalistici. La Sindaca snocciolava cifre e dava i tempi parlando della disponibilità di 3,8 milioni di euro per la chiusura dei campi “la Barbuta” e “Monachina” e  di inclusione abitativa e lavorativa, donando 800 euro a famiglia per due anni per eventuali affitti, qualora avessero accettato e fino a 5 mila euro per l’avvio di nuove realtà  imprenditoriali. Forse l’attuale amministrazione capitolina si trova sotto scacco della realtà dei campi rom, magari fosse finita… La giunta Raggi dimenticava la chiusura  da lì a pochi giorni del “Camping River”, in concessione  alla Cooperativa Isola Verde, con oltre 400 ospiti e non avendo il tempo necessario per questa nuova incombenza fu costretta a prorogare i servizi  al 30 settembre.

Ma da allora non solo il Camping River non ha chiuso, ma è diventato una vera bomba igenico – sanitaria. Con la scadenza della convenzione Comune – Cooperativa, da quella data il comune ha smesso di pagare e  di conseguenza la Cooperativa ha smesso di fornire i servizi. L’intervento della Protezione civile, che poco può fare per mancanza di utenze e a causa di altri disservizi nel campo ha solo tamponato la difficilissima situazione. La sindaca Raggi oggi gioca a scarica barile attribuendo la colpa dei disservizi e dell’aria insalubre dell’area, alla ditta appaltatrice, la quale oltre a non avere più il contratto dal 30 settembre, data stabilita per la chiusura e la ricollocazione dei residenti, vanta un credito di oltre 200 mila euro. Il punto  della situazione: Barbuta? Aperto, Monachina? Aperto. Castel Romano? Aperto. Camping River? Aperto. Sulla carta era tutto a posto e tutto filava, ma nella realtà le cose sono ben diverse. Se fai una chiusura programmatica sulla carta, poi i cittadini si aspettano quanto meno dei passi in avanti e non indietro. E se i passi in avanti sono quelli di abbandonare a se stessi  i campi, rendendo il territorio ancora più a rischio, allora non c’è dubbio, si sta facendo sul serio un ottimo lavoro.

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