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Calciomercato, dal vecchio al nuovo millennio: cosa è cambiato

Quando Cruyff costava due lire e Quaresma più del Fenomeno

Gli ultimi 50 anni hanno rappresentato una vera svolta per il mercato mondiale, con l’aumento del peso monetario e del proprio valore, con un riflesso ovvio su quello che è lo sport più popolare ed importante del mondo il calcio. L’evoluzione subita negli ultimi anni ha subito un’accelerata spaventosa, legata ad imprenditori stranieri ed in particolar modo provenienti da Asia ed Emirati. Il calciomercato come lo conosciamo oggi è cambiato drasticamente, soprattutto con l’ingresso di sempre maggiori intermediari nelle trattative di un giocatore.

Se un tempo bastava alzare la cornetta e contattare la società alla quale apparteneva il cartellino del giocatore interessato, oggi ci sono di mezzo famiglie, fondi privati, agenti e chissà quali altre terze figure spesso a dir poco illecite. Il trasferimento di un giocatore rappresenta, nel calcio moderno, il lato più oscuro che il mondo economico del pallone presenta: per tali motivi società di massimo calibro sono state fortemente penalizzate, dal Barcellona al Real Madrid sino ai cugini dell’Atletico.

La conseguenza più grave sta nel potere che oggi i procuratori hanno, gente come Mino Raiola e Jorge Mendes in grado di allestire veri e propri team con un parco giocatori che farebbe invidia a top club. In questo modo si rischia di decentrare il potere di una società e conferirlo nelle mani di un singolo individuo. Non sono più allenatori e dirigenti a fare il mercato e a richiedere espressamente un giocatore in base alle proprie esigenze, ma comandano quelle degli agenti e dei rapporti che hanno con i vari rappresentanti dei club. Non è un caso che si assiste spesso ad un gruppo di giocatori dello stesso procuratore finire sempre nelle medesime squadre, spesso anche in coppia. Il caso Maxwell-Ibrahimovic è il più evidente, entrambi sotto la guida di Raiola sono finiti a braccetto nell’Ajax, Inter, Barça e Psg.

Sports Bwin ha pubblicato nei giorni scorsi uno studio interattivo basato sull’analisi decennale delle Nazioni e dei rispettivi campionati che si sono resi protagonisti dei colpi di mercato più costosi di quegli anni, dal quale si evince limpidamente come le cose siano drasticamente cambiate, in particolar modo per il campionato italiano.

Gli anni ’90 hanno più di ogni altra decade dato lustro all’economica del belpaese, con una serie infinita di squadre che hanno avuto la possibilità di spendere decine di miliardi delle ex lire. Non solo le tre solite Juventus, Milan ed Inter: gli anni ’90 hanno infatti assistito agli incredibili exploit della Lazio di Cragnotti e del Parma di Tanzi. Investimenti che si sono pagati a caro prezzo successivamente, ma che in quegli anni hanno portato i ducali e biancocelesti a dominare non solo in Italia ma anche l’Europa, con importantissime vittorie di carattere continentale.

Solo l’ultima sessione di mercato estiva ha visto l’Italia nuovamente grande protagonista con l’arrivo di Pogba in Premier via Juventus e l’acquisto di Higuain dei bianconeri dal Napoli. Sino ad allora la Serie A aveva conosciuto un lunghissimo periodo di austerity durante i quali aveva fatto da nostalgica spettatrice dei ricchissimi investimenti dei paesi esteri, Premier League su tutte. La speranza è che i nuovi proprietari cinesi di Milan e soprattutto Inter, con i potentissimi Suning, possano riportare il calcio milanese ai vertici per dare nuovo lustro all’economia italiana, fra i confini nostrani ed extra nazionali.

Anche per questo, fondamentale, trovare investitori affidabili e duraturi per evitare casi passati come Malaga o Monaco, dove i ricchi investimenti sono durati da “Natale a Santo Stefano” portando i francesi addirittura in Serie B prima di risorgere dalle ceneri e gli spagnoli dalla Champions a sfiorare la retrocessione.

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