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Roma. Bus che si incendiano, la perizia: “Difetti di fabbrica, anche su bus attivi”

Componenti troppo vicine e coppe dell’olio fragili, l’usura poi fa il resto

Sono arrivati i risultati dell’ultima perizia eseguita sui bus che hanno preso fuoco tra la fine del 2018 e i primi mesi del 2019. I mezzi si erano incendiati all’improvviso, mentre erano in marcia con persone dentro. Fatti gravissimi che ora l’accusa imputa a problemi strutturali, i quali, sono stati alimentati e favoriti anche dal sovrautilizzo e dalla scarsa manutenzione, che hanno condotto alla combustione. Solo nel 2019 sono stati 23 gli autobus avvolti dalle fiamme, 46 nel 2017 e 36 nel 2016. Una tendenza che sembra in preoccupante e rapida crescita.

Anche se i mezzi sono stati forniti da più di due case di fabbricazione diverse, gli errori tecnici all’origine delle fiamme sono gli stessi, come parti meccaniche ed elettriche pericolosamente vicine, coppa dell’olio delicata o mal posizionata che si rompe con le buche della Capitale. Olio che con le scintille del motore e il caldo asfalto possono dare origine al fuoco.

La perizia, elaborata dall’ingegnere Rodolfo Fugger, è ora sotto esame dal procuratore Nunzia d’Elia.

Le indagini affrontano il reato di incendio doloso, ma per evitare di mettere in ginocchio la città e di sfavorire gli utenti del servizio pubblico si sta pensando di procedere con l’invio ad Atac, da parte del Comune, delle norme su come mettere in sicurezza gli autobus e come muoversi negli acquisti dei mezzi futuri. 

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