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Bonito Oliva: “II brand migliore del mondo è la croce”. Fulvio Abbate: “C’è però anche un fascino del male”

Lo scrittore: “Se non fosse così, non accadrebbe che un futuro sottosegretario del governo Meloni senta il bisogno di indossare una svastica”

Fulvio Abbate

Fulvio Abbate

Il simbolo come codice e immagine di rappresentazione immediata di un concetto, di un credo, di uno stile di vita. Tracce di carattere ideologico, emozionale, che sfociano in diramazioni propagandistiche, commerciali.

croce

Il simbolo come speranza di trasformazione. Economica, intellettuale, culturale. Ma anche come estrema sinossi di una rivoluzione sociale, che esprime uno status symbol, una rappresentazione identitaria.

Codici che da tempi antichissimi, sin ai nostri giorni hanno provato a dominare le menti, a stabilire dei canoni, ponendosi alla base di un sogno universale. Secondo Achille Bonito Oliva il miglior brand del mondo è la croce. “Con questo segno” dice il critico – “La Chiesa ha introdotto l’uso pubblicitario, capace di parlare alle folle. La Falce e Martello? E’ stata la speranza di una trasformazione del mondo a livello economico”.

Abbiamo chiesto a Fulvio Abbate, scrittore e giornalista, quale secondo lui è il segno, il simbolo più forte, del miglior brand, il miglior marchio del mondo.

“Tutti i brand sono essenziali dal punto di vista grafico” dice Abbate. “La loro riproduzione, soprattutto. La croce, la svastica, che è una croce con dei bracci e falce con martello, già più complessa da riprodurre. Il fascio non è mai stato grandemente riprodotto sui muri attraverso le bombolette spray. Non a caso uno dei più grandi artisti di tutti i tempi, Kazimir Malevič, in una delle sue composizioni riproduce una forma a croce nera su sfondo bianco. Quindi la croce è insuperabile dal punto di vista dell’immediatezza grafica. Quella non guarnita, naturalmente”.

Neanche il simbolo della coca cola è riuscito a superare la croce stessa. Perché secondo lei?

“Perché questo impone perizia grafica. La croce, dai proto martiri che la segnavano e graffivano nelle loro catacombe insieme al pesce, alla barca, alla botte, come si può ben constatare su alcuni frammenti che si trovano all’interno della chiesa di Santa Maria in Trastevere. La croce è insuperabile. Perché ha ascissa e ordinata. Al primo posto metto la Croce, al secondo la svastica. Falce e martello al terzo“.

Fulvio Abbate
Fulvio Abbate

Quale ha comportato secondo lei effetti negativi?

“Di tutti questi simboli forse il più tragico, che suggerisce una storia criminale, naturalmente è la svastica. Il più fascinoso anche, in quanto esiste il fascino del male. Altrimenti non accadrebbe che un futuro sottosegretario del governo Meloni, senta il bisogno di indossarlo al braccio. La svastica che è un simbolo indiano, è un significante del sole, del movimento solare. E’ stata adottata, dopo una lunga riflessione, da Hitler. Una bandiera rossa, simbolo del socialismo, su un disco bianco che ha inscritto questo simbolo solare. Stiamo parlando dell’immediatezza grafica, prima ancora dei significati che sappiamo“.

Robert Indiana – Love

La pop art ha contribuito in qualche modo?

“Il “Love” di Robert Indiana, ma sono simboli problematici. Forse il Tau, ma è comunque una derivazione della croce. Ricordo di averlo visto al collo a Walter Chiari, con il suo cordoncino di cuoio. Lo Yin e lo Yang anche, ma ha meno immediatezza“.