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Bentornato a casa, Giulio

Liberato Giulio Brusadelli, detenuto a Cuba per 3 grammi di marijuana

Roma, sono le 3.40 del mattino. A Cuba  quasi le 22. Il telefono del senatore Luigi Manconi, presidente della onlus ‘A buon diritto’, squilla. E’ un messaggio. "Questa mattina alle 3:40 ho ricevuto un sms da Cuba: Patrizia e Paolo Brusadelli mi scrivevano che il loro figlio, Giulio, 34 anni, era finalmente stato liberato"  –  racconta Manconi. “Il giovane uomo il 3 marzo scorso era stato arrestato perché trovato in possesso di 3,5 grammi di marijuana e condannato a 4 anni di carcere per 'traffico'”. Poco più di 3 grammi, una quantità immediatamente apparsa irrisoria per giustificare una simile accusa.

Inoltre il trentaquattrenne romano soffre di depressione. Durante i giorni della prigionia è “dimagrito in maniera spaventosa”. Così, anche per lui, per la sua incolumità fisica, come per quella del fuciliere Latorre  –  recentemente colpito da un’ischemia  –  c’era forte preoccupazione. Giulio rifiutava cibo e cure, così come ogni forma di contatto verbale. Fortunatamente per lui, a differenza del più noto ‘compagno’ in divisa, stanotte è arrivato il lieto fine. Un sms. Come osserva Manconi, la situazione di Giulio “ha fatto sì che un caso giudiziario si sia trasformato in una drammatica vicenda umanitaria. Grazie all'intelligente tenacia dei suoi genitori, dell'avvocato Grazia Volo, del sottosegretario agli Esteri Mario Giro, di tutto il personale dell'ambasciata italiana a Cuba, e alla grande disponibilità dell'ambasciata cubana a Roma, la vicenda si è  infine conclusa positivamente. Ora c'è solo da augurarsi che Giulio Brusadelli possa rapidamente veder migliorare le proprie condizioni generali di salute”.

Adesso il pensiero va a Giulio, prossimo al rientro, affinché possa superare questa brutta esperienza. E non solo a lui. Non solo ai ‘nostri marò’. Ma ad ognuno dei 3.103 italiani detenuti oltre il confine, come risulta dall’Annuario statistico 2013 pubblicato dalla Farnesina, e di cui nessuno parla.

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