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Attori e registi dalla parte del Cinema America scrivono a Marino

L’invito all’amministrazione capitolina: mantenere la promessa e trovare nuovo spazio per occupanti del Cinema America

Dopo aver preso una posizione in merito alla delibera approvata il 20 gennaio dalla Giunta capitolina sulla riconversione dei cinema chiusi a Roma (leggi qui la lettera), artisti, attori e registi, tornano a parlare. Stavolta, al centro dell’appello rivolto al sindaco di Roma Ignazio Marino, il Cinema America.

Già nei giorni scorsi, gli stessi occupanti del Cinema America, che dopo lo sgombero di settembre, avevano dato vita al Piccolo America in un forno dismesso di Trastevere, sono tornati all’attacco, annunciando un’assemblea pubblica per il 6 marzo e chiedendo, contemporaneamente, all’Amministrazione di Roma Capitale di mantenere le promesse, ovvero l’impegno, assunto lo scorso 4 febbraio in un incontro in Campidoglio, di “trovare una soluzione sul piano del patrimonio pubblico, con l’assegnazione temporanea in affitto di una delle sale abbandonate di proprietà comunale a Trastevere”.

A sostenere la causa del Cinema America, anche registi e attori del calibro di Ettore Scola, Bernardo Bertolucci, Carlo Degli Esposti, Daniele Vicari, Francesca Archibugi, Francesco Bruni, Gabriele Salvatores, Giuliano Montaldo, Nicola Giuliano, Paolo Sorrentino, Paolo Virzì, Valerio Mastandrea, Ugo Gregoretti e Carlo Verdone. “Abbiamo in questi mesi sostenuto la vertenza dei ragazzi del Cinema America, siamo stati al loro fianco anche nel tavolo di trattativa con la proprietà della storica sala, offrendole oltre 2 milioni per l’acquisto, purtroppo senza ricevere il sostegno promesso dall’amministrazione comunale. La stessa amministrazione, nella persona del sindaco Marino, ha poi dichiarato di voler sostenere l’esperienza dei ragazzi con l’assegnazione temporanea di una sala abbandonata a Trastevere, naturalmente in attesa che si risolva la spinosa questione dell’America” – scrivono in una nota/appello.

Anche attori e registi invitano all’assemblea pubblica che si terrà il 6 marzo, alla vigilia della scadenza del comodato d’uso del forno. “Sicuri che il sindaco terrà fede alla sua promessa di assegnazione di una sala a Trastevere, confermiamo, anche per il futuro, il nostro sostegno alle iniziative che i giovani intraprenderanno per assicurare alla cittadinanza il suo diritto di accesso agli spazi culturali della città”.

Ma che vuol dire precisamente? “Significa – spiegano – come ha ben scritto Stefano Rodotà  su La Repubblica del 24 febbraio, porsi il ‘tema generale del ruolo sociale dei beni comuni’ come ‘necessari per l’esercizio dei diritti fondamentali’ e per ‘il libero svolgimento della personalità del cittadino’, affrontando così un problema che non riguarda soltanto il modo in cui vengono trattati i singoli beni, ma l’idea stessa di città e anzi – concludono – iniziando concretamente a ‘guardare alla città come bene comune’ ”.

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