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Associazione 21 Luglio vs Cutini, battaglia aperta sui campi rom

Associazione 21 Luglio contro il Regolamento della Cutini. E contro lo sperpero della struttura di via Visso parte lo sciopero della fame di Riccardo Magi

"LAGER" DI VIA VISSO, AL VIA SCIOPERO DELLA FAME. "Mentre su periferie, immigrazione e rom assistiamo da settimane alla messa in scena di uno scontro strumentale e ideologico tra chi vorrebbe mandarli via tutti e chi invece, per interesse o buona fede, si schiera a difesa di un sistema fallito, milioni e milioni dei contribuenti continuano a essere sperperati in politiche di accoglienza inadeguate che violano leggi e diritti fondamentali e non producono risultati". Le parole sono di Riccardo Magi, presidente Radicali italiani e consigliere di Roma Capitale eletto in quota Lista Civica Marino.

Magi, si schiera dunque contro lo sperpero di soldi spesi per "politiche di accoglienza inadeguate", rappresentate – spiega – a Roma, in modo emblematico, "dal Best house rom di via Visso, il centro di accoglienza inaugurato nel 2012 dall'amministrazione Alemanno, finanziato dal Comune e gestito dalla coop sociale Inopera, dove oltre 300 cittadini rom vivono in condizioni disumane, con un enorme esborso di risorse pubbliche e in violazione delle leggi italiane ed europee".

La protesta di Magi si fa concreta, e dalle parole si trasforma in azione. "Ho deciso di intraprendere dalla mezzanotte di ieri uno sciopero della fame di dialogo rivolto al sindaco Ignazio Marino e all'amministrazione capitolina, per portare istituzioni e opinione pubblica a conoscenza di questo caso e dare il mio contributo perché si trovi la forza di chiudere questa struttura". E aggiunge: "Bisogna poi convertire le ingenti risorse che ogni mese vengono dissipate, per costruire quei percorsi di inclusione abitativa e lavorativa per Rom e non Rom che attualmente sono del tutto assenti".

Dura l'accusa nei confronti della gestione della struttura di via Visso, definita dallo stesso Magi "un lager", "una realtà fuori legge", che non "ha nemmeno l'abitabilità". Un lager – "privo di fonti di luce naturale e di ricambio d'aria e con servizi igienici insufficienti, con gravissimi rischi per la salute degli adulti e soprattutto dei bambini – che però, incalza Magi, ha "costi esorbitanti". Lo scorso anno la struttura di via Visso è costata "oltre 1 milione di euro dei cittadini romani, e nel 2014 – avvisa il consigliere – costerà almeno il doppio". Infatti, "Roma Capitale spende 600 euro al mese a persona per tenere famiglie intere accalcate in stanze di appena 12 metri quadrati senza finestre" – spiega Magi.

Il consigliere di Roma Capitale ne fa una questione di democrazia: "E' urgente uscire dall'angolo di un dibattito demagogico, utile solo a nascondere le vere cause del disagio sociale delle nostre periferie e ad alimentare il clima di tensione. Siamo davanti a un drammatico deficit democratico: i campi, e luoghi come via Visso, sono infatti un problema non solo per chi li abita e per chi risiede nei dintorni, ma per la democrazia, perché se si ammette la sospensione dello stato di diritto e della legalità, promuovendola perfino a modello istituzionale, si opera contro la possibilità di una vita civile democratica".

ASSOCIAZIONE 21 LUGLIO VS RITA CUTINI. Nel frattempo, anche l'associazione 21 Luglio passa in rassegna tutti i contro del modello di gestione dei campi rom. "Il nuovo regolamento per i campi rom a Roma proposto dall'assessore Cutini è contraddittorio, discriminatorio e in molti punti incostituzionale. In più, ancora una volta, si basa su una visione emergenziale, identifica il campo come il luogo dell'abitare per i rom e non va in alcun modo nella direzione del superamento di tali ghetti già indicata dal sindaco Marino". La battaglia dell'associazione, un'organizzazione non profit impegnata nella promozione dei diritti delle comunità rom e sinte in Italia, è quindi rivolta all'immediato "ritiro del 'Regolamento di Roma Capitale per il funzionamento dei villaggi attrezzati e dei centri di accoglienza' in cui risiedono le comunità rom e sinte in emergenza abitativa a Roma, proposto dall'assessorato al Sostegno sociale e alla Sussidiarietà del Comune di Roma".

14 articoli in tutto a comporre il testo, riguardanti non solo gli attuali insediamenti, ma anche "le nuove aree attrezzate e dotate di unità abitative per le predette comunità, che saranno eventualmente realizzate nel territorio comunale". "Sia i villaggi che i centri di accoglienza – scrive l'associazione 21 Luglio in una nota, diffusa anche sul sito web dell'organizzazione – dovranno rispondere ai requisiti di abitabilità, ricettività, salubrità e sicurezza analogamente a quanto prescritto per altre strutture ricettive pubbliche quali alberghi, campeggi, edifici scolastici, strutture ospedaliere"; gli enti gestori "dovranno certificare preventivamente la sussistenza di tali requisiti, pena la decadenza immediata delle convenzioni".

Ma l'associazione denuncia che i due centri di via Visso e via Salaria, nonché tutti e 7 i villaggi della Solidarietà, "non hanno i requisiti organizzativi e strutturali previsti della normativa in materia: sono tutti in una grave condizione di insanabilità per cui, in base alla norma prevista dal Regolamento, andrebbero tutti chiusi e gli ospiti andrebbero ricollocati in nuove strutture assistenziali a norma".

A programmare le azioni svolte all'interno degli insediamenti, secondo quanto predisposto dal nuovo Regolamento della Cutini, "un comitato interdipartimentale all'interno del quale è escluso il coinvolgimento dei rom. Il Dipartimento Politiche sociali vigilerebbe sul rispetto del regolamento procedendo, per esempio, anche all'espulsione delle famiglie 'in caso di comprovata evasione scolastica' ". Queste norme – a dire di 21 Luglio – "appaiono chiaramente lesive dei diritti fondamentali e con un forte carattere discriminatorio".

Ma non finisce qui. L'associazione critica gli articoli 4 e 5, nei quali viene spiegato il ruolo dell'ente "chiamato a presiedere l'insediamento: controllo del rispetto del patto di legalità, controllo degli ingressi sulla base dei dati anagrafici del censimento, registrazione degli ospiti in un data base aggiornato, vigilanza h24". Negli insediamenti viene inoltre prevista "l'installazione di strumenti tecnologici finalizzati al rafforzamento dei controlli". Contro simili disposizioni regolamentari, già "nel 2009" – ricorda 21 Luglio – si era espresso "il TAR del Lazio", in relazione "all'articolo 2.4 del Regolamento della Regione Lazio e vigente nel periodo della 'emergenza nomadi' ". 

Insomma, l'associazione 21 Luglio denuncia che la politica dell'assessore Cutini tende a considerare i campi rom come "ghetto etnico nel quale concentrare le azioni sicuritarie. Una politica in piena continuità con quella espressa dall'amministrazione precedente e, per certi versi, ancora più ancorata a principi emergenziali. Non a caso – continua la nota – nel Regolamento non compare alcun riferimento alla strategia nazionale per l'inclusione dei rom né al superamento definitivo dei campi; di contro, si ipotizza la realizzazione di nuove aree attrezzate".

Secondo l'associazione 21 luglio "tale documento rappresenta un clamoroso passo indietro rispetto alla direzione indicata dal sindaco Marino, che nei giorni scorsi ha parlato di definitivo superamento dei campi".

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