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Al via le coppe europee delle italiane: Juve ritrovata, milanesi ko, orgoglio Napoli

Ma anche l’Atalanta sempre garanzia di spettacolo, Strakosha che affonda la Lazio, la Roma che passeggia in Conference League

Morata e Dybala festeggiano il gol della Juventus contro il Malmoe in Champions League

Nel primo turno di coppe europee per le sette sorelle italiane impiegate il bottino è mezzo vuoto: 2 vittorie, 2 pareggi e 3 sconfitte. Risultati che non pregiudicano ancora nulla nei gironi, ma che danno diverse indicazioni anche per il campionato.

Esordio positivo per Juventus e Atalanta in Champions

Indicazioni importanti soprattutto per il club più in difficolta dei sette, la Juventus che vince la sua prima partita ufficiale in stagione. Così come 7 anni fa, il cammino europeo di Allegri sulla panchina bianconera è ripartito dal Malmoe: allora fu una vittoria per 2-0 con doppietta di Tevez (con la Vecchia Signora che arrivò in finale a Berlino, battuta poi dal Barcellona). Stavolta la pratica svedese è archiviata con un tris nel primo tempo aperto dal primo gol in Champions di Alex Sandro e l’uno-due firmato Dybala-Morata appena prima dell’intervallo. Al cospetto di una squadra tecnicamente molto inferiore, la vittoria facile e senza subire gol non era tuttavia scontata, data la partenza ad handicap in campionato con un punto in tre partite. Con un centrocampo che sta salendo di colpi, così come Dybala, serviva una prestazione rassicurante per l’ambiente in vista della sfida di domenica con il Milan a punteggio pieno.

L’Atalanta inaugura la sua terza stagione consecutiva in Champions a Villareal in una partita da montagne russe. Com’è spesso successo negli inizi di stagione, se fa fatica a trovare ritmo in campionato, in Champions è subito una Dea con il pedigree oramai conclamato. Dinamica, propositiva e con tanta personalità ma che tende a concedere, anche più del solito. Il pareggio uscito fuori al 90’ sembra quasi casuale, perché entrambe le squadre hanno avuto grosse opportunità per vincerla. Un grande inizio dei nerazzurri, passati in vantaggio con la botta dal limite di Freuler, vengono rimontati nella parte centrale della partita con due gravi errori in fase di uscita pagati carissimo. All’ora di gioco la partita sembra scivolare dalla parte bergamasca, con il pareggio di Gosens in scivolata a centro area e l’uomo in più, ma Gasperini deve ringraziare anche Musso, autore di tre interventi di livello assoluto, l’ultimo a tempo scaduto su colpo di testa di Gerard Moreno da corner. Una partita che potrebbe essere la fotografia migliore di un girone che si prefigura equilibratissimo, data la partenza ad handicap del Manchester United, sconfitto a sorpresa in Svizzera dallo Young Boys nonostante il gol di CR7.

Milanesi ko, ma la strada è quella giusta

Alla vigilia era chiaro l’esordio complicato ma le due milanesi, seppur sconfitte, possono guardare con potenziale ottimismo al prosieguo del girone. L’Inter crea tanto, soprattutto nel primo tempo in cui Courtois compie tre grandi parate più una nel secondo tempo ancora su Dzeko. Se il portiere avversario è il migliore in campo è un buon segnale, ma se in Europa se non sfrutti le occasioni, lo paghi a caro prezzo, soprattutto con il Real Madrid. La squadra di Ancelotti, tornato sulla panchina delle meregues, cresce nel secondo tempo e gela San Siro al minuto 89 con il sinistro di Rodrygo a centro area dopo una grande combinazione al volo. La prestazione offerta con gli spagnoli e la sconfitta a sorpresa dello Shakhtar sul campo dello Sheriff Tiraspol permettono ad Inzaghi di guardare al girone con alte ambizioni di passare il turno.

Per il Milan il ritorno in Champions dopo 7 anni era il più complicato, contro tra l’altro una rivale storica ma mai affrontata nella sua leggendaria tana. Il divario tecnico ed esperienziale si fa sentire, e ad Anfield il Milan inizia con la testa sott’acqua subendo la velocità dei Reds. Va subito sotto in una modalità piuttosto fortuita ma rimane in partita grazie alla difesa e a Maignan, che para un rigore a Salah, una dimostrazione di compattezza nelle difficoltà. Come nelle migliori rapine, in 120 secondi due blitz di Rebic e Diaz capovolgono la partita sul finire del primo temo. Nella ripresa la squadra di Klopp torna a giganteggiare ed effettua il controsorpasso, ma Pioli può essere fiducioso. L’atteggiamento è quello giusto, ed il pareggio tra Atletico Madrid e Porto permette ai rossoneri di presentarsi nel girone di ferro non da vittime sacrificali.

In Europa League bilancio negativo, ma Napoli redivivo

L’avventura europea della Lazio non parte bene: in un ambiente storicamente molto ostico la squadra di Sarri incassa la seconda sconfitta consecutiva dopo lo stop in casa del Milan in campionato. Al termine di una partita bloccata e non brillante, a fare tutta la differenza del mondo contro il Galatasaray è stato l’errore colossale di Thomas Strakosha. Una semplice presa alta sbagliata si trasforma nell’autogol che decide la sfida. Non il viatico migliore per un girone che non sarà semplicissimo per i biancocelesti. Il primo momento di appannamento è già arrivato: la reazione è attesa, sia sul piano tecnico che mentale.

Il Napoli invece mentalmente approccia bene la partita in Inghilterra, anche se va subito sotto a Leicester. Crea e sciupa molto nel primo tempo ma a metà ripresa va sotto di due gol subendo un transizione molto veloce. Gli azzurri, capitanati da un Osihmen stellare, non perdono la testa e riescono a rimontare. Il nigeriano mette a segno i suoi due primi gol in maglia europea col Napoli grazie prima ad un’acrobazia al termine di una combinazione di prima nello stretto, poi ad un colpo di testa fatto di grande elevazione e precisione nel mettere la palla nell’angolino. Un pareggio arrivato a tre minuti dal 90’ che sa di vittoria per una delle tre attuali capoliste in Serie A.

In Conference League Roma sulle ali dell’entusiasmo

A proposito di attuali capoliste, la Roma passeggia e diverte all’esordio della neonata Conference League. Così come il Napoli va sotto dopo pochi minuti, ma il divario tecnico è troppo evidente per una squadra supportata anche da ben 30mila spettatori sugli spalti. Anche qui c’è un mattatore ben definito, un Lorenzo pellegrini faro della squadra in mezzo campo, leader anche carismatico a cui Mourinho non rinuncia e per cui è imminente il rinnovo. Oltre alla doppietta, completano la serata i gol di El Shaarawy (secondo consecutivo), Mancini e Abraham uscito dalla panchina. Per il tecnico portoghese ancora esperimenti di rotazione e a centrocampo, ma il risultato al momento non cambia. Sono 6 vittorie in altrettanti partite in questo inizio stagione.

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