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Accoglienza, Panecaldo: “Ospito un rifugiato a casa mia”

Il consigliere di Roma Capitale (PD) reagisce così allo stop al trasferimento di 20 rifugiati a San Lorenzo

“Personalmente, e senza per questo sentirmi un esempio, mi offro per ospitare un rifugiato a casa mia, spiegandone le ragioni al condominio”. A parlare è il consigliere di Roma Capitale in quota PD, Fabrizio Panecaldo. Il suo commento arriva in merito ai fatti di San Lorenzo dove, a fronte delle proteste dei residenti e dell’amministrazione municipale (per aver già ospitato oltre 100 immigrati nella struttura di via Cupa), è stato sospeso il trasferimento di una ventina di rifugiati, che sarebbero dovuti andare in un immobile sottratto alla mafia per l’assistenza temporanea. I circa 20 rifugiati, provenivano dal campo abusivo di Ponte Mammolo.

“Una comunità politica non può negarsi all’accoglienza verso profughi che scappano da guerre civili e stragi quotidiane”, continua Panecaldo, che sembra non condividere la richiesta di evitare il trasferimento dei rifugiati: “Stiamo parlando di una ventina di rifugiati in tutto, la cui presenza non sarebbe risultata influente sulle fragilità del Municipio. Dopo che abbiamo chiesto all’Europa la politica delle quote per gli arrivi, dopo che si è deciso di non scaricare sulle sole periferie della nostra città gli oneri dell’ospitalità, tutti noi non possiamo, e non dobbiamo, sottrarci a un preciso impegno politico, morale e umanitario: mettere da parte egoismi piccoli e grandi e discorsi di comodo, e sentirci coinvolti e responsabili dell’ospitalità”. 

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