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A pochi giorni dal commiato, il testamento morale di Tronca

“La bellissima eredità che posso lasciare è aver rotto la cupola di vetro della corruzione che non sembrava scalfibile”

Il ciclo del commissario straordinario di Roma, Francesco Paolo Tronca, volge al termine. A circa tre settimane dall'apertura delle urne per le elezioni comunali, l'attuale reggente del Campidoglio ha voluto dare un commiato ai dirigenti del Comune.

Il saluto del commissario si è trasformato in un testamento morale sul tema della corruzione. "Ho ritenuto importante far sentire la mia voce sul tema della corruzione – ha spiegato – i romani avvertono a livello epidermico questo problema, subito dopo la sporcizia. Questo è molto indicativo perchè secondo questo sondaggio il mancato rispetto delle regole è ritenuto un problema grave, anche più della delinquenza.

Su questo è importante formare la pubblica amministrazione, ma prima di questo bisogna porsi il problema di riflettere sul perchè la corruzione è diventata così importante".

"Certe cose oggi sono diventate inaccettabili – ha detto Tronca – se questa spinta verso la trasparenza sarà recepita sarà la soddisfazione più forte che questa amministrazione straordinaria potrà avere nel ricordo di questa esperienza".

"Ho voluto lasciare una testimonianza sulla grammatica della trasparenza e dell'anticorruzione, che serve a riportare serenità e rompere quel clima di opacità e nebbia che si traduce in inefficienza della macchina – ha concluso il commissario – Spero di lasciare segnali di impegno di un buona amministrazione su molti problemi che i romani credevano senza soluzione.

Invece possono essere risolti. La bellissima eredità che posso lasciare è aver rotto la cupola di vetro della corruzione che non sembrava scalfibile. Con qualche martellata sta venendo giù".

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