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Lazio beffata a Udine: 1-1 al 95’, Vecino firma il vantaggio, Davis gela i biancocelesti dopo il check VAR

Lazio avanti con Vecino (deviazione di Solet), poi l’Udinese pareggia al 95’ con Davis. Proteste per tocchi di mano e punto che pesa

Maurizio Sarri dà indicazioni ai giocatori in campo durante Feyenoord Lazio

Udine per la Lazio diventa una di quelle notti che restano addosso. La partita sembra finalmente girare verso il lato giusto all’80’, quando Vecino calcia da fuori e la deviazione di Solet manda fuori tempo Padelli. I biancocelesti intravedono la vittoria, poi arriva il minuto 95: Davis trova lo spazio, piazza un sinistro secco e firma l’1-1 proprio sul filo. A fine gara Sarri protesta, i giocatori si accerchiano attorno a Colombo e il VAR finisce sotto accusa per un’azione che, secondo la lettura laziale, avrebbe avuto un controllo irregolare con un tocco di mano. L’arbitro rivede, convalida e chiude tutto con il triplice fischio: risultato, un pareggio che sa di occasione buttata.

Lazio beffata a Udine, un primo tempo senza scintille e con poche vere occasioni

La gara parte con un copione prudente. L’Udinese alza subito il volume dei duelli, la Lazio prova a manovrare ma senza accelerazioni costanti. Noslin tenta un paio di iniziative per smuovere la difesa bianconera, però le linee restano compatte e i portieri vivono un primo tempo sostanzialmente sereno. Più che le conclusioni, contano le posizioni: tanti incastri, poche aperture, e quella sensazione che il match possa decidersi su un episodio.

Lazio beffata a Udine, Runjaic cresce nella ripresa e Sarri aspetta il varco

Dopo l’intervallo l’Udinese prende fiducia. Zaniolo è il più attivo nel cercare lo strappo e il cambio con Kamara dà spinta sulla corsia, costringendo la Lazio a un lavoro difensivo più continuo. Sarri resta fedele all’idea di controllo, prova a non allungare la squadra e aspetta il momento giusto. E il momento arriva quasi “dal nulla”, proprio quando i friulani sembrano più vivi: Cancellieri serve Vecino, il destro parte da fuori area e Solet devia in modo decisivo. Non è un gol “pulito”, è un gol che sporca la partita e la sposta: 0-1, e in quel momento sembra la classica vittoria da squadra adulta.

Lazio beffata a Udine, il minuto 95 e le proteste per i tocchi di mano

Gli ultimi minuti diventano un conto alla rovescia. La Lazio si abbassa, cerca di schermare l’area, si affida a Romagnoli e Gila per respingere. L’Udinese spinge, ma pare senza la giocata risolutiva. Poi, improvviso, l’episodio che cambia tutto: Davis riceve, si crea un corridoio in area e lascia partire un sinistro potente e preciso. Provedel non ci arriva, è 1-1. Subito scatta la contestazione biancoceleste: nell’azione si segnalano due presunti tocchi di mano, uno a inizio azione (Palma) e uno successivo, contestato proprio a Davis dopo una giocata precedente. Il VAR interviene, Colombo controlla e decide di confermare. È qui che nasce la frattura emotiva: per la Lazio non è soltanto un gol subito tardi, è un gol subito dopo una revisione che non cambia l’esito sperato.

Lazio beffata a Udine, cosa cambia in classifica e perché questo punto pesa

Con l’1-1 la Lazio sale a 24 punti e resta con l’impressione di aver perso un’occasione per dare continuità alla rincorsa europea. Il sorpasso momentaneo sul Bologna non arriva e la sensazione è che, quando il margine è minimo, ogni dettaglio diventi determinante: una deviazione, un rimpallo, una lettura arbitrale. L’Udinese arriva a 22 punti e porta a casa un pareggio che vale molto per umore e fiducia, oltre a interrompere un periodo senza “X” che durava da ottobre. Per Sarri, invece, resta il tema dei finali: gestire non significa solo difendere, significa anche tenere palla, far salire la squadra, spegnere l’inerzia avversaria. A Udine, quel passaggio non riesce.

Lazio beffata a Udine, i protagonisti: Vecino guida, Davis decide, Romagnoli celebra le 350 presenze

Le pagelle raccontano una storia chiara. Davis, al netto delle polemiche, mette qualità e freddezza nel momento in cui serve: dopo 95 minuti di duelli, trova il colpo perfetto. Vecino conferma di essere un uomo da episodi, uno che sa prendersi il tiro quando la partita chiede coraggio. Solet passa dal possibile “migliore” alla deviazione che costa cara, prima di essere “salvato” dal pareggio. In casa Lazio non brilla Gila, più disattento del solito proprio nell’azione decisiva. E in mezzo alle emozioni c’è anche un dato che merita una riga a parte: Romagnoli taglia la 350ª presenza in Serie A, un traguardo da leader silenzioso che resta anche nelle serate che lasciano la rabbia.