Il borgo più bello d’Italia parla laziale | Appena entri sembra di attraversare un portale: qui il tempo si è fermato davvero
uno dei borghi più suggestivi del Lazio - Romait.it - foto Canva
Ci sono luoghi che non si visitano soltanto, ma si attraversano come se fossero una soglia. Appena si mette piede in questo borgo del Lazio, la sensazione è quella di aver oltrepassato un portale temporale, entrando in una dimensione diversa, lontana dal presente. Non è un caso se da anni viene indicato come uno dei borghi più belli d’Italia, capace di attirare visitatori da ogni parte del Paese e non solo.
Il suo fascino non nasce solo dalla bellezza architettonica o dal panorama mozzafiato, ma da un equilibrio delicatissimo tra storia, natura e precarietà. Un luogo che incanta proprio perché sembra sempre sul punto di scomparire, e che per questo motivo colpisce ancora di più chi lo osserva per la prima volta.
Una “città che muore” sospesa su una collina di tufo
Questo borgo è conosciuto da tutti con un soprannome che incuriosisce e spaventa allo stesso tempo: “la città che muore”. Un appellativo che non ha nulla di poetico, ma che racconta una realtà concreta. Il centro storico sorge infatti su una sottile collina di tufo, continuamente erosa dall’azione dei torrenti e dagli agenti atmosferici.
La sua posizione geografica è tanto spettacolare quanto fragile. Proprio questa precarietà ha contribuito a costruirne il mito, trasformandolo in un simbolo della lotta tra l’uomo e la natura. Le sue origini risalgono a circa 2500 anni fa e nel corso dei secoli il borgo ha conosciuto diverse dominazioni, dagli etruschi ai romani, fino ai longobardi, ognuna delle quali ha lasciato tracce evidenti nel tessuto urbano.
Oggi questo gioiello fa parte della provincia di Viterbo e rappresenta uno dei luoghi più iconici dell’intero Lazio, nonostante le sue dimensioni ridotte e la popolazione estremamente limitata.

Un borgo che ha ispirato artisti, registi e viaggiatori
Raggiungere il borgo è già di per sé un’esperienza. L’accesso avviene attraversando l’unica porta rimasta delle cinque originarie, Porta Santa Maria, oltre la quale si apre un intrico di viuzze in pietra che conducono tutte verso il cuore del centro storico. Ogni passo amplifica la sensazione di trovarsi in un luogo fuori dal tempo.
La sua conformazione geologica unica e l’atmosfera quasi surreale hanno reso questo borgo una fonte di ispirazione per artisti e registi di fama internazionale. Nonostante l’isolamento e la fragilità del territorio, continua ad attirare un flusso costante di visitatori, affascinati dall’idea di vivere un’esperienza intensa, tra silenzi, panorami e architetture antiche.
Passeggiando tra le strade si raggiunge facilmente la piazza principale, dominata dalla Chiesa di San Donato, edificata nel V secolo e divenuta in seguito cattedrale. Ancora oggi sono ben visibili elementi di origine romanica, che raccontano le stratificazioni storiche del borgo.
Poco distante si trova la suggestiva Grotta di San Bonaventura. Secondo la tradizione, proprio qui San Francesco avrebbe guarito un bambino gravemente malato, destinato a diventare San Bonaventura. Per chi desidera approfondire il lato scientifico e storico del territorio, è possibile visitare anche il
