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Atac, rimborsi per i ritardi oltre 15 minuti: come funzionerà la nuova app secondo l’Antitrust

Antitrust accetta gli impegni di Atac: oltre 3 milioni di rimborsi agli abbonati Metrebus e nuova app con 0,50 euro per ogni attesa oltre 15 minuti a Roma

Autobus del trasporto pubblico locale di Roma

Bus Atac

L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha chiuso il procedimento su Atac senza comminare una sanzione classica, ma chiedendo impegni vincolanti: oltre 3 milioni di euro di indennizzi agli abbonati Metrebus e l’introduzione di un sistema di rimborsi automatici, tramite app, per i ritardi superiori ai 15 minuti di bus e metro. La municipalizzata romana presenta il pacchetto come una svolta a favore dei passeggeri, mentre le associazioni dei consumatori parlano di passo avanti ancora incompleto. Sullo sfondo, un programma di investimenti che supera il miliardo di euro, sostenuto da fondi Pnrr, Giubileo, Roma Capitale e risorse nazionali, con l’obiettivo dichiarato di migliorare in modo stabile il servizio di trasporto pubblico.

Atac, rimborsi per i ritardi: cosa ha deciso l’Antitrust

Il procedimento dell’Antitrust nei confronti di Atac nasce dai disservizi accumulati nel periodo fra il 2021 e il 2023: corse saltate, frequenze inferiori agli standard fissati dal contratto di servizio, attese in fermata molto lunghe, senza alcun riconoscimento economico per chi paga l’abbonamento. L’Autorità ha contestato all’azienda romana di aver violato l’articolo 20 del Codice del consumo, proprio perché non ha adottato misure adeguate a compensare gli utenti, né riduzioni tariffarie né rimborsi dedicati.

Per evitare una multa vera e propria, Atac ha presentato una serie di impegni: la somma complessiva destinata agli indennizzi supera i 3 milioni di euro, destinata ai titolari di abbonamenti annuali Metrebus attivi almeno un giorno nel corso del 2024. Ogni abbonato riceverà 5 euro, che diventano 10 euro per chi risulta abbonato anche in almeno uno degli anni compresi fra il 2021 e il 2023.

Il direttore generale Paolo Aielli in una intervista al Corriere della Sera sottolinea che non si tratta di una “multa” nel senso tradizionale, ma di un procedimento chiuso con accettazione di impegni: l’Autorità, valutata la proposta, rinuncia alla sanzione pecuniaria in cambio di un piano che prevede ristori diretti agli utenti e un rafforzamento strutturale del servizio. Una lettura che ribalta in parte la narrativa sulla “stangata”, ma non cancella la fotografia di un servizio giudicato inadeguato dagli organismi di controllo.

Atac, rimborsi per i ritardi: come funzionerà la nuova app

Il punto più innovativo del pacchetto è l’app Atac rinnovata, che diventerà il canale principale per riconoscere i rimborsi in caso di attese eccessive. Il meccanismo, illustrato da Aielli, poggia su un principio semplice: chi aspetta oltre 15 minuti un mezzo su cui intende salire avrà diritto a 0,50 euro di indennizzo. La cifra non viene restituita in contanti, ma accreditata su un “borsellino elettronico” collegato all’app, utilizzabile per acquistare nuovi titoli di viaggio, anche per terze persone.

In pratica, l’utente dovrà registrarsi sull’app, consentire la geolocalizzazione e segnalare la propria presenza alla fermata. Il sistema confronterà i dati inviati dal passeggero con quelli di bordo delle vetture, già monitorate tramite i dispositivi di controllo della posizione: se risulterà un ritardo superiore alle soglie previste, scatterà l’indennizzo automatico. L’azienda punta a rendere il percorso di richiesta il più intuitivo possibile, per evitare che la procedura scoraggi proprio chi ha subito il disservizio.

Secondo Atac, si tratta del primo caso, nel trasporto pubblico locale, di compensazione economica diretta legata al tempo di attesa del mezzo. Un modello ispirato in parte alle tutele già previste per i grandi operatori nazionali – come ferrovie a lunga percorrenza – ma adattato a una rete urbana complessa, dove ritardi e frequenze irregolari sono esperienze quotidiane per chi si muove in bus o metropolitana.

La scelta di concentrare tutto sull’app risponde anche a un obiettivo di digitalizzazione. Oggi circa metà dei passeggeri utilizza già sistemi elettronici di pagamento, dal Tap&Go con carta o smartphone fino ai biglietti acquistati online. Atac punta a spostare sempre più utenti su canali digitali, convinta che questo renda più semplice pagare il viaggio e allo stesso tempo riduca l’evasione tariffaria, con controlli e tracciabilità più efficaci.

Atac, rimborsi per i ritardi: chi riceverà gli indennizzi per il passato

La decisione dell’Antitrust non guarda solo al futuro. Il provvedimento, infatti, riguarda i disservizi registrati nel biennio 2021-2023, periodo in cui la municipalizzata capitolina non ha rispettato in modo sistematico una parte importante degli obiettivi di qualità fissati dal contratto. Per questa ragione, gli indennizzi da oltre 3 milioni sono pensati come una forma di riconoscimento a chi ha sopportato in quel triennio attese prolungate, corse ridotte, linee in sofferenza.
I destinatari sono gli abbonati annuali Metrebus che risultano in possesso di un titolo valido almeno un giorno nel 2024. La logica scelta dall’Autorità e dall’azienda è quella di individuare una platea facilmente verificabile – chi ha un abbonamento lungo periodo – evitando pratiche complicate basate su singole segnalazioni riferite a episodi ormai lontani. Per chi ha mantenuto la fedeltà al servizio anche in questi anni, il rimborso sale, come detto, da 5 a 10 euro, a riconoscimento di una frequentazione costante della rete romana.
L’app diventa lo strumento per gestire non solo i ristori futuri, ma anche quelli retroattivi: Atac ha annunciato che tramite l’interfaccia digitale gli utenti potranno verificare il proprio diritto all’indennizzo, conoscere l’importo assegnato e decidere come utilizzarlo per i titoli di viaggio successivi. L’azienda insiste sull’idea di una relazione più diretta con il passeggero, in cui il credito non sia percepito come “elemosina” ma come parte di un patto di responsabilità sul servizio.

Atac, rimborsi per i ritardi: investimenti, critiche e prospettive per il trasporto pubblico a Roma

Il piano di rimborsi si inserisce in una stagione in cui Atac rivendica un forte incremento degli investimenti: secondo Aielli, fra fondi del Giubileo, Pnrr, risorse di Roma Capitale e stanziamenti statali, il programma complessivo supera il miliardo di euro, destinato a nuovi autobus, tram, rinnovo dell’infrastruttura e tecnologie per l’informazione in tempo reale. L’obiettivo dichiarato è ridurre in modo netto i tempi di attesa, rendere più affidabili le linee e migliorare l’esperienza di viaggio, così da aumentare l’uso del mezzo pubblico da parte di residenti e pendolari.

In quest’ottica, l’app non è solo un “contatore di ritardi”, ma anche un canale informativo: aggiornamenti su deviazioni di percorso, indicazioni sui collegamenti fra linee, stime dei tempi di percorrenza, servizi per persone con mobilità ridotta. L’azienda ha promesso anche il potenziamento dei canali ufficiali sul sito, con servizi più visibili e semplici da usare, dal calcolo del tragitto alla prenotazione degli impianti di traslazione per chi ne ha bisogno.

Non mancano però le critiche. L’associazione dei consumatori Udicon, per esempio, considera “insufficienti” gli impegni presi: bene l’affermazione del principio secondo cui chi subisce disservizi ha diritto a un ristoro, ma le somme riconosciute vengono giudicate limitate se confrontate con i disagi accumulati negli anni e con il livello complessivo del servizio. Gli utenti, inoltre, dovranno affidarsi all’app e alla capacità dell’azienda di registrare correttamente i ritardi, con il rischio di nuove contestazioni se il sistema non sarà immediato e trasparente.

C’è poi un altro nodo: se le attese non diminuiranno davvero, i rimborsi rischiano di trasformarsi in una sorta di “costo fisso” incorporato nel bilancio, senza modificare la vita quotidiana di chi prende il bus per andare al lavoro o la metro per raggiungere l’università. Lo stesso Aielli lo riconosce quando spiega che la vera priorità resta l’efficienza del servizio: garantire i chilometri del contratto di servizio, ridurre il sovraffollamento sulle linee più cariche, valorizzare quelle oggi sottoutilizzate, offrire mezzi che non si fermano di continuo per guasti.

Solo in questo modo il nuovo sistema di ristori potrà essere percepito come garanzia aggiuntiva, e non come risarcimento permanente per un disagio ormai dato per scontato.

Per l’utenza, la novità dei rimborsi legati ai minuti persi rappresenta comunque un cambio di paradigma: il tempo del passeggero diventa, almeno in parte, un valore misurabile e risarcibile. La vera prova sarà sul campo, nelle ore di punta davanti alle pensiline e lungo le banchine delle stazioni: se l’app saprà riconoscere in modo tempestivo i disservizi e se gli investimenti promessi riusciranno a trasformarsi in attese più brevi, allora l’operazione potrà segnare un passo concreto verso un trasporto pubblico più affidabile nella capitale. In caso contrario, i 50 centesimi per ogni quarto d’ora perso rischieranno di apparire solo come un piccolo prezzo pagato per continuare a viaggiare in un sistema ancora lontano dalle aspettative di chi ogni giorno sale su bus e metro.