Duplice omicidio di Villa Pamphili: chiesto il giudizio immediato per Francis Kaufmann
La procura di Roma chiede il giudizio immediato per Francis Kaufmann, accusato dell’uccisione di Anastasia e della piccola Andromeda a Villa Pamphili
La vicenda del duplice omicidio avvenuto a Villa Pamphili arriva a un punto decisivo: la procura di Roma ha chiesto il giudizio immediato per Francis Kaufmann, 46 anni, cittadino statunitense, accusato dell’uccisione della compagna Anastasia, 28 anni, e della figlia Andromeda, undici mesi. L’uomo, che ha sempre negato ogni responsabilità, deve rispondere anche di occultamento di cadavere e di aggravanti legate al rapporto affettivo e familiare. Il caso torna così al centro dell’attenzione, mentre emergono ulteriori dettagli sugli ultimi giorni della giovane madre e della bambina.
Giudizio immediato per il caso di Villa Pamphili: le prove considerate più rilevanti contro Kaufmann
Secondo i magistrati, due elementi scientifici avrebbero consolidato l’intero impianto accusatorio. Il primo è la presenza del dna di Kaufmann sul sacco nero che copriva il corpo di Anastasia, ritrovata senza abiti nel parco romano. Il secondo riguarda il reggiseno della donna: gli esperti hanno individuato tracce biologiche dell’uomo in quantità significativa. Per gli inquirenti, il dato sarebbe compatibile con un contatto diretto avvenuto mentre Anastasia era già morta, durante la rimozione dell’indumento. Le conclusioni dei tecnici indicano che l’operazione avrebbe richiesto forza e manualità tali da lasciare un’impronta genetica così evidente. La procura ritiene che questa ricostruzione renda difficile sostenere una versione alternativa.
Villa Pamphili e i controlli precedenti: le verifiche ancora in corso
Parallelamente al procedimento penale resta aperto un fascicolo privo di ipotesi di reato sugli interventi delle forze dell’ordine nei giorni precedenti. Il procuratore aggiunto Giuseppe Cascini e il pm Antonio Verdi attendono i risultati del procedimento disciplinare interno avviato dalla polizia. Kaufmann era stato controllato tre volte fra il 20 maggio e il 5 giugno. La prima volta era insieme ad Anastasia e alla bambina, mentre nell’ultimo controllo aveva con sé solo la piccola.
Secondo la ricostruzione degli inquirenti, in quel momento Anastasia sarebbe già morta. In quella circostanza l’uomo trasportava un trolley che, alla luce dei fatti, appare un dettaglio non irrilevante. Alcuni interrogativi riguardano la possibilità che un diverso intervento potesse cambiare l’esito di quei giorni, ma per avere risposte certe servirà attendere le valutazioni ufficiali.
La fuga di Kaufmann in Grecia e l’arresto con documenti falsi
La posizione dell’uomo si è aggravata con la fuga all’estero. Dopo il ritrovamento dei corpi a Villa Pamphili, Kaufmann ha lasciato Roma raggiungendo la Grecia e utilizzando generalità false. Le autorità locali lo hanno individuato e fermato con il supporto degli investigatori italiani. Per la procura questo comportamento rappresenta un ulteriore elemento che contrasta con la versione di innocenza sostenuta dall’uomo durante gli interrogatori. L’avvocato difensore, Paolo Foti, sostiene invece che la fuga non possa essere interpretata come ammissione indiretta, ma come gesto dettato da paura e forte stato emotivo. Sarà il tribunale a valutare la portata reale di questo passaggio.
Una vita segnata da precarietà: da Malta a Roma senza un alloggio stabile
Il percorso personale di Kaufmann e Anastasia aiuta a comprendere il contesto in cui si sono mossi. I due si erano conosciuti a Malta poco meno di due anni fa; Anastasia, originaria della Siberia, era arrivata sull’isola per studiare inglese. Da quella relazione era nata la piccola Andromeda. La famiglia aveva raggiunto Roma alcune settimane prima dei fatti, soggiornando inizialmente in un appartamento, poi abbandonato a causa della mancanza di risorse economiche. Da quel momento avevano iniziato a vivere a Villa Pamphili, dormendo all’aperto e spostandosi di frequente. Una condizione di forte instabilità che oggi rende ancora più complessa la ricostruzione degli spostamenti e delle dinamiche interne alla coppia.
Le prossime mosse della procura sul caso di Villa Pamphili
La richiesta di giudizio immediato indica che per la procura il materiale raccolto sia già sufficiente per avviare il processo senza ulteriori fasi preliminari. La decisione del giudice è attesa nelle prossime settimane. Nel frattempo proseguono gli approfondimenti su controlli, spostamenti e ultimi contatti della famiglia. L’obiettivo è definire con precisione ogni passaggio, mentre la difesa prepara una strategia volta a ridimensionare il peso degli indizi genetici e delle contestazioni collegate alla fuga. Un procedimento che si annuncia complesso e destinato a mantenere alta l’attenzione su uno dei casi più discussi degli ultimi mesi nella capitale.
