Bollette azzerate, basta rientrare nella fascia corretta e passi al fornitore pubblico | Lo Stato inizia a pagare per te
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L’idea è di quelle che catturano subito l’attenzione: per una parte delle famiglie italiane la bolletta della luce potrebbe presto azzerarsi grazie al ritorno dello Stato come fornitore diretto dell’energia.
Il tema è entrato ufficialmente nel dibattito politico con la proposta di un emendamento alla Legge di Bilancio 2026 che mira a riscrivere il sistema di fornitura dell’elettricità. Si tratta di una misura che, nelle intenzioni del Partito Democratico, amplierebbe la platea dei cittadini in grado di beneficiare di tariffe calmierate, con la possibilità di scegliere una società pubblica come proprio fornitore.
Una svolta che arriva in un momento in cui i costi dell’energia continuano a pesare sulle famiglie. La prospettiva di un fornitore pubblico, però, non è una promessa generica: il passaggio sarebbe regolato da requisiti economici e parametri già previsti per gli utenti considerati vulnerabili.
Chi può accedere al fornitore pubblico e perché le bollette possono scendere
La proposta prevede che l’Acquirente Unico – la società del Ministero dell’Economia che fino al 2025 gestiva il mercato tutelato – possa tornare a fornire energia a una fetta più ampia della popolazione. Oltre alle categorie vulnerabili già definite, rientrerebbero anche le famiglie con ISEE entro i 20.000 euro e, per i nuclei più numerosi, entro i 30.000 euro.
Per queste persone la possibilità di passare alla fornitura pubblica significherebbe accedere a condizioni più vantaggiose, definite tramite un sistema regolato e non direttamente soggetto alle dinamiche competitive del mercato libero. L’obiettivo è evitare rincari improvvisi e garantire tariffe stabili, riducendo così l’impatto delle oscillazioni del mercato energetico internazionale.

Come funzionerebbe il nuovo sistema e cosa cambia dal 2026
Se l’emendamento venisse approvato, dal 2026 chi rientra nei requisiti passerebbe automaticamente al fornitore pubblico, mentre chi oggi si trova nel mercato libero ma ha diritto alla tutela potrebbe presentare domanda per aderire. L’Acquirente Unico avrebbe il compito di definire condizioni economiche più convenienti, con contratti non legati alle logiche commerciali dei privati.
La riforma si inserisce inoltre in una strategia più ampia: incentivare le imprese a sottoscrivere contratti a lungo termine da fonti rinnovabili, così da raggiungere entro il 2030 almeno il 65% dell’energia acquistata da fonti pulite. Il risultato atteso è duplice: riduzione dei costi e maggiore stabilità per le famiglie che rientrano nella fascia economica prevista, un passo verso una gestione più protetta e sostenibile del sistema elettrico nazionale.
