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Università per influencer. Comodamente a casa tua. E dopo tre anni…

L’iniziativa è marchiata E-Campus e nel piano di studi ci sono fior di materie tra cui la semiologia. Ma per farne cosa, all’atto pratico?

«Buongiorno. Sono il dottor (o la dottoressa) Influencer». Sembra uno scherzo e invece non lo è: l’università telematica E-Campus ha messo in piedi un corso di laurea, triennale, che si incardina sulla facoltà di Scienze della Comunicazione e che ha proprio questo specifico indirizzo: l’influencer.

A detta dell’ateneo la trovata è già un successo e stanno fioccando le richieste di iscrizione, nonostante la retta del primo anno sia di 3900 euro e a questo importo vadano aggiunte le spese di immatricolazione (250) e le tasse regionali (140). Se però ci si è diplomati con più di 90/100 si ha diritto a uno sconto di 1000 euro.

Le materie di studio, beninteso, sono serissime. E paradossalmente è proprio questo che lascia perplessi: perché finora tutto è sembrato tranne che ci fosse una preparazione teorica, nei personaggi che si sono imposti in Rete fino ad accumulare centinaia di migliaia o addirittura milioni di follower. L’intuito ovviamente sì, ma di tipo istintivo. Al pari di quello che ha portato a emergere innumerevoli figure della scena pop. O trash.

La domanda, ovvia ma necessaria, è quali siano le aspettative di chi si iscrive. Che cosa si pensa di ottenere, al termine dei tre anni? La risposta logica è che si miri ad acquisire una competenza accademica, da sfruttare poi come consulenti in questa nuova branca del marketing. L’impressione, invece, è che la logica c’entri poco e che parecchi degli iscritti abbiano in mente di provarci in prima persona, facendosi forti delle tecniche apprese e aprendo dei propri spazi su questo o quel canale social. Dove lanciarsi alla conquista di un seguito che sia il più numeroso, e remunerativo, possibile.

Se l’impressione è fondata, poveri loro. Perché si stanno illudendo. Le alchimie della popolarità mediatica non si possono ridurre a formule da replicare a piacimento. E diventare dei personaggi di vasta notorietà non è cosa che si impari sui libri. Nel bene o nel male, ci vogliono dei talenti del tutto personali. Un miscuglio di qualità, e persino di difetti, che per qualche imperscrutabile motivo va a segno su larghissima scala.

Una lezione universale, questa, che gli esperti conoscono alla perfezione: molto più sicuro vendere ad altri la teoria, che tentare di metterla in pratica.

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