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Tpl Scarl, continuano le proteste per il pagamento degli stipendi

Ancora una notte nel deposito di Castel di Leva: presidio fisso finché non verrà garantito il pagamento dei salari

Dopo la protesta della scorsa settimana, ecco che i lavoratori della Trotta Bus, una delle aziende consorziate Tpl Scarl, tornano a far sentire la loro voce, sempre all’interno del deposito di via Castel di Leva 116.

Dopo una giornata di sciopero indetta da USB (Unione Sindacale di Base), i lavoratori hanno trascorso un’altra notte nelle loro macchine, parcheggiate nei pressi del deposito, dove è stato montato un presidio fisso in attesa di risposte concrete sul pagamento degli stipendi. Il fatto di dormire all’interno delle proprie auto è significativo: “non avendo ricevuto lo stipendio – dichiarano da USB – non possono permettersi di fare il pieno alle loro automobili per coprire il tragitto casa-lavoro”.

Infatti, “dopo mesi di pressioni di USB con trattative tra Aziende del Trasporto Pubblico Locale della Città di Roma ed Assessorato dei Trasporti del Comune di Roma per giungere alla regolarizzazione nel rispetto del CCNL  del  pagamento degli stipendi dei lavoratori delle aziende Roma TPL SCARL e Consorziate oggi 20/06/2014” – si legge in un comunicato a firma di USB – gli stipendi ancora non sono stati erogati.

“Ancora una volta vedersi versare lo stipendio nei tempi previsti dalla CCNL è una chimera per i lavoratori della Roma TPL SCARL e Consorziate – dichiara Michele Frullo di USB Lavoro Privato Trasporti – Sempre di più la gestione privatistica dei servizi rappresenta un grave danno per la condizione dei lavoratori”.

Frullo sottolinea come “questi lavoratori e le loro famiglie hanno dei diritti, non possono continuamente pagare sulla loro pelle le problematiche di altri, queste situazioni non sono più tollerabili. Una Città come Roma non può e non deve permettere che persistano queste situazioni. Le privatizzazione a Roma ed in Italia non sono garanzia di efficienza ma di un peggioramento nelle condizioni di lavoro e nel servizio offerto ai cittadini”. Pertanto, il sindacato chiede “un ritorno immediato al rispetto delle regole”.

Alla protesta indetta ieri, hanno aderito molti più lavoratori, rispetto alla scorsa settimana. Segno evidente che “le condizioni economiche, col passare del tempo, hanno finito per colpire anche quei lavoratori più restii alle proteste che non ce la fanno più neppure a garantire il minimo indispensabile alle proprie famiglie” – come spiega Ilario Ilari dell’USB.

Il presidio stabile nel deposito di via di Castel di Leva 116, ci fa sapere Ilari, si protrarrà fino a quando i lavoratori non saranno retribuiti, lo rende noto Ilari  dell'USB. “I lavoratori non possono più fidarsi delle promesse, da anni ripetute dall'azienda e continuamente disattese”.

Durante la giornata odierna, inoltre, “ci sarà un incontro, dopo l'ora di pranzo, per fare il punto della situazione e rinnovare l'invito a tutti i lavoratori a partecipare alla Commissione Trasporti che si terrà venerdì 27 p.v. e che avrà come o.d.g. la procedura di riduzione del personale prospettata da Roma tpl e le varie problematiche delle aziende consorziate”.

“La richiesta dei lavoratori – ribadisce Ilari dell'USB – è chiara quanto scontata: chiedono che la direzione generale della Roma Tpl Scarl, si faccia carico della soluzione definitiva dei problemi legati alle retribuzioni. Chiedono inoltre all'assessore Improta che mantenga l'impegno preso con USB, facendo valere quanto contenuto nel contratto di affidamento, firmato dalla Roma Tpl con la giunta Alemanno”. Secondo il suddetto contratto, infatti, “esisterebbero già le condizioni per una revoca nei confronti delle  aziende consorziate”.

“L’USB – garantisce Ilari – continuerà la protesta per far sì che il rispetto del contratto d'affidamento possa rappresentare una tutela per i lavoratori e gli utenti”.

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