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Stadio Roma, accordo raggiunto ma in casa PD scoppia la polemica

Polemiche da parte del deputato dem Umberto Marroni e le domande di Italia Roma Nostra

ACCORDO RAGGIUNTO. Il progetto per la realizzazione del nuovo stadio della Roma a Tor di Valle sembra giungere ad una svolta: secondo quanto si apprende, sarebbe stato raggiunto l’accordo tra la AS Roma e il Campidoglio, dopo un braccio di ferro riguardante la proprietà dell’impianto. Pallotta, quindi, avrebbe accettato le condizioni del Campidoglio.

A darne annuncio, è il capogruppo del PD Francesco D’Ausilio, tramite il suo profilo Twitter: “#stadioroma gli americani hanno accettato le nostre clausole sulla proprietà dello stadio. Oggi si parte @ignaziomarino” – scrive. Ad OmniRoma ha poi dichiarato: “Gli americani hanno accettato le nostre clausole sulla proprietà del nuovo stadio della Roma. Le inseriremo nella delibera di giunta e potremo così confermare 'l'utilità pubblica' al nuovo impianto”.

LE CLAUSOLE. E quindi: l'impianto non sarà proprietà direttamente del club giallorosso; 3 le clausole non previste all’inizio: “una clausola rescissoria qualora da qui a 30 anni la proprietà dello stadio si distanziasse dalla AS Roma Calcio – spiega D’Ausilio – Un impegno prima della firma della convenzione urbanistica, in sostanza prima dell’avvio dei cantieri, a costituire una joint venture tra la Roma Calcio e la società che costruirà lo stadio, per far compartecipare l’AS Roma ai ricavi di tutto l’impianto, non solo delle partite di calcio; un diritto di prelazione sull’acquisto dello stadio per la Roma Calcio, dal primo giorno e fino al 30esimo anno”.

PD A META', pt.1: I SODDISFATTI. “Nella notte abbiamo raggiunto l'accordo con la Roma. La riunione si è conclusa con una stretta di mano. La Roma avrà lo stadio in concessione per 30 anni pagando 2 milioni di euro l'anno. La società giallorossa avrà un diritto di prelazione sull'acquisto dell'impianto. Pallotta ha anche accettato la penale nel caso venga meno il vincolo tra la Roma e lo stadio. Noi abbiamo anche chiesto che la Roma abbia una partecipazione simbolica nella società che costruisce l'impianto ma su questo non abbiamo avuto risposta. Oggi pomeriggio arriverà il ‘sì’ della Giunta. Siamo molto soddisfatti, abbiamo lavorato molto per ottenere questo risultato. Il sindaco Marino ha ringraziato il presidente Pallotta che si farà carico dell'extracosto per il prolungamento della metropolitana” – ha dichiarato, da parte sua, il coordinatore della maggioranza capitolina, Fabrizio Panecaldo, a Teleradio stereo.

“Il nuovo stadio della Roma, piaccia o non piaccia, si farà. Un ‘bravo’ al nostro segretario romano Cosentino che ha saputo tenere la barra dritta pensando a trovare la soluzione giusta per lo sport e per la città. Ora serve la velocità per rilanciare le imprese edili coinvolte” – dichiara Stefano Pedica della direzione del Pd Lazio, che aggiunge – “Gufi penelopi e polemici sono stati sconfitti. Oggi è una data da ricordare per il via libera alla nascita della più grande opera degli ultimi anni, che porterà lavoro e sviluppo economico. Dopo lo stadio della Roma spero si affronti anche quello della Lazio per avere una città dello sport degna di Roma Capitale” – conclude.

PD A META', pt. 2, GLI INSODDISFATTI. A tanta soddisfazione, però, si contrappone anche una nota polemica. “I positivi passi avanti fatti nella definizione del progetto dello stadio di questi giorni, come la clausola rescissoria, non sono ancora sufficienti a garantire il pieno interesse pubblico di un'operazione che prevede l'utilizzo dello strumento della perequazione urbanistica a favore dei privati, realizzatori dello stadio, di dimensioni edificatorie inedite e molto significative. La clausola proprietaria della joint venture tra società, soggetti privati e l'AS Roma, infatti, è sicuramente migliorativa, ma non risponde a pieno a quanto previsto dallo spirito della legge che mira a ricapitalizzare le squadre” – è questo il parere del deputato PD, Umberto Marroni. “Mi auguro quindi – aggiunge – che in Assemblea Capitolina e successivamente nel passaggio alla Regione Lazio si possa intervenire per rafforzare con chiarezza l'interesse pubblico a favore della città, della squadra della Capitale e dei giallorossi prevenendo per l'AS Roma la proprietà al 100% dell'impianto, così come richiesto dal PD e così come avvenuto peraltro nel caso dello Juventus Stadium, che è di proprietà esclusiva del club juventino e la cui realizzazione ha previsto una perequazione per i privati di circa 40 mila metri cubi”.

Proprio sulla proprietà insiste Marroni: “La legge italiana prevede la perequazione di cubature a favore dei privati proprio al fine di garantire la costruzione degli stadi e la conseguente ricapitalizzazione dei club sportivi, come avvenuto in altri casi italiani ed europei. Infatti la legge, ponendosi l'obiettivo di rafforzare i club calcistici, equipara gli stadi ad un'opera pubblica autorizzando lo strumento della perequazione verso privati di volumetrie e conseguenti valori immobiliari a loro favore, in cambio della proprietà dello stadio alle società sportive, che sono comunque soggetti giuridici privati. Quindi – aggiunge – il tema posto dal PD e da alcuni colleghi deputati non va banalizzato, altrimenti non si capirebbe perché la legge parli di verifica dell'interesse pubblico e di tempi rapidi, prevedendo procedure agevolate e derogatorie rispetto agli strumenti urbanistici ordinari”.

COSENTINO-MARRONI, BOTTA E RISPOSTA. Veloce giunge la replica di Lionello Cosentino, il quale dichiara che “l'opinione di Umberto Marroni è legittima, ma non rappresenta la scelta del PD di Roma, assunta in una riunione a cui hanno partecipato anche i parlamentari, i consiglieri regionali e comunali. Il PD di Roma conferma il sostegno al lavoro della Giunta e ritiene positivo il risultato di trasparenza e di qualità che si èrealizzato nel confronto di queste ore tra il Comune e la società che propone il nuovo stadio”.

“Mi risulta siano emersi oltre al giusto sostegno alla realizzazione dello stadio anche le obiezioni sul tema della proprietà e delle opere pubbliche, in particolare quelle connesse alla mobilità – ribatte Marroni – Una questione, quella della proprietà dello stadio da parte di AS Roma, a fronte di un'inedita e consistente variante di perequazione da un milione di metri cubi, che pur registrando passi avanti non è stata ancora pienamente risolta”. Per Marroni, inoltre, sarebbe stato meglio procedere con un “confronto nel partito e nella società in tempi più consoni ad un'operazione urbanistica così importante e strategica per Roma, permettendo anche al sindaco e agli assessori competenti di acquisire in tempi utili le indicazioni del partito di maggioranza in modo da rafforzare il ruolo del Comune nella trattativa con i privati”.

A metterci la pezza, è il coordinatore del PD di Roma, Fabrizio Panecaldo: “Ovviamente tutto è migliorabile ma io credo che il lavoro svolto dal sindaco Marino, dall'assessore Caudo e dalla maggioranza abbia prodotto il miglior risultato possibile oggi. E senza perdere un giorno di tempo, nonostante le discussioni che ci sono state e che io giudico 'benedette' perché hanno apportato molte modifiche migliorative alla delibera sull'interesse pubblico. La preoccupazione è stata legare indissolubilmente le sorti dello stadio a quello della società”. Sulle diverse voci che giungono dal PD, dichiara: “Non ci sono divergenze a mio avviso, ma sfumature di opinioni ed io sottolineo che l'accordo che è stato ottenuto è il massimo che si potesse raggiungere con le norme vigente. Poi l'interlocuzione con i proponenti proseguirà sicuramente e se porterà ad altri passi in avanti questi saranno ben accetti e saremo tutti contenti”.

ITALIA NOSTRA ROMA E I TANTI DUBBI SULLO STADIO. E mentre in casa PD cercano di mettere a tacere le polemiche, non ci va leggera Italia Nostra Roma. “Cambiano i sindaci e gli eletti in Campidoglio, ma continuano a non essere rispettati i diritti all'informazione e alla partecipazione dei cittadini romani, diritti di cui usufruiscono da anni gli altri cittadini europei. Oggi sindaco e Giunta decidono sulla pubblica utilità di tutta l'operazione edilizia che riguarda lo stadio a Tor di Valle. Sono stati informati e consultati solo i capigruppo dell'Assemblea capitolina. La città ignora quasi tutto sulle molte incognite del progetto su cui mancano ancora le risposte”.

Tra queste, proprio quella sulla proprietà: “Solo ieri si è saputo che la Roma dovrà pagare per utilizzarlo e si sta cercando di ottenere almeno qualche garanzia perché non perda anche questo diritto con l'opposizione un po' fuori delle righe di mister Pallotta – incalza Italia Nostra Roma, che poi passa a parlare delle torri/grattacielo che – continuano ad essere oggetti misteriosi. Non si trovano da nessuna parte nelle cartografie della 'Casa della città' né appaiono tanto meno sui giornali. Dove si collocheranno? A quanta distanza dallo stadio e dal maleodorante depuratore che non viene anch'esso mai nominato? Il parco, più grande di villa Borghese, promesso sul Tevere dove si prevede visto che l'area non è certo così vasta da poterlo contenere?”.

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