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Sospesi 14 dipendenti Ama coinvolti inchiesta choc cimitero Prima Porta

Nessuna pietà per tali soggetti che speculano sul dolore delle persone che hanno perso un loro caro

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Cimitero Prima Porta

Sono stati sospesi 14 dipendenti di Ama, indagati nell’inchiesta sul cimitero Flaminio. La società municipalizzata di Roma Capitale si occupa della gestione dei rifiuti e dei servizi cimiteriali. Con un comunicato Ama rende noto di aver notificato la sospensione dal servizio e dalla retribuzione a 14 dipendenti coinvolti nell’inchiesta condotta dalla Procura di Roma.

Le indagini sono state svolte dai Carabinieri su “ipotesi di condotte illecite nell’espletamento di alcune operazioni cimiteriali all’interno del Cimitero di Prima Porta.

Sospesi 14 dipendenti Ama

La sospensione durerà sino alla chiusura del procedimento disciplinare e, eventualmente, alla definizione del procedimento penale aperto a carico degli stessi”, fa sapere l’azienda capitolina.

Uno scenario da film dell’orrore quello portato alla luce dall’inchiesta della Procura di Roma riguardo i fatti avvenuti nel cimitero di Prima Porta.

L’inchiesta della Procura è stata distinta in due filoni di indagine.

Urne piene di terra e sassi

La prima inchiesta riguarda la vicenda delle urne piene di terra e sassi anziché delle ceneri degli estinti. Tutto prende inizio dalla denuncia di un romano che vuole esaudire il desiderio della madre.

La donna aveva chiesto al figlio di essere sepolta accanto al marito. Decide quindi di farla cremare in quanto il loculo era troppo piccolo per contenere una seconda bara.

Fa dunque tutte le pratiche con l’agenzia funebre pagando in anticipo il servizio. Qualche mese dopo lo chiamano dicendogli che il giorno seguente al Cimitero Flaminio sarebbe avvenuta la cremazione. Gli danno appuntamento al camposanto per deporre alla sua presenza l’urna nel loculo.

Qualche tempo dopo gli arriva una lettera. Il mittente è l’Ama che gli chiede una tassa per l’avvenuta sepoltura della mamma. L’uomo, sbalordito, si presenta negli uffici di Prima Porta. Qui scopre che la mamma era stata effettivamente sepolta in un campo comune, dove finiscono tutte le bare prive di tomba.

Alla riapertura del loculo alla presenza dei Carabinieri, rimase sbalordito dal contenuto nell’urna cineraria: solo sassi e terra. Il suo non è un caso isolato; i carabinieri indagano e scovano altri casi.

Seconda inchiesta, truffa finte cremazioni

Secondo la raccapricciante ricostruzione, alcuni dipendenti Ama in servizio al camposanto, con la complicità di quattro agenzie funebri, avrebbero truffato i parenti dei defunti le cui salme dovevano essere estumulate e cremate.

Gli indagati accusati di vilipendio di cadavere, avrebbero offerto il servizio di cremazione a nero a un costo ridotto ma, in realtà, avrebbero fatto a pezzi la salma, gettando i resti nell’ossario comune.

Per tutti si preannuncia un processo con accuse pesanti: truffa, corruzione e vilipendio di cadavere.

Non è la prima volta che il Cimitero Flaminio, già teatro di numerosi furti, si ritrova coinvolto in episodi dell’orrore. E’ questo uno di quei casi dove non può esserci spazio per la pietà giudiziaria verso spregiudicati senza remore di ordine morale.

Nessuna pietà per tali soggetti che speculano sul dolore delle persone che hanno perso un loro caro. (Com/Enu/ Dire) 

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