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Salva Roma, ok della Camera. Ora il decreto passa al Senato

Approvazione a fatica in Aula alla Camera: manca il numero legale alla prima votazione

Dopo lo slittamento del voto a causa della mancanza del numero legale – 104 deputati mancanti al primo voto –, la Camera con 279 sì, 1 contrario e 1 astenuto, ha approvato il Salva Roma-ter. Ora la palla passa al Senato; la scadenza è fissata al 5 maggio.

Il testo, in parte modificato rispetto a quello scritto  dal Governo, prevede l’introduzione di Tasi e Tari e le misure per salvaguardare il bilancio di Roma Capitale. A questo proposito, viene previsto uno slittamento da 90 a 120 giorni per la presentazione del piano triennale per il riequilibrio strutturale di bilancio, che dovrà essere trasmesso al Ministero dell'Economia, a quello dell'Interno, alle Camere e alla Corte dei Conti. Il termine ultimo per l'approvazione è il 6 luglio.

Secondo quanto si apprende dalle agenzie di stampa, “sono circa 280 i milioni che potranno essere trasferiti dalla gestione commissariale del debito storico del Campidoglio alle casse di Roma Capitale, per la programmazione del bilancio 2014”.

“Si tratta di un provvedimento che non trasferisce risorse alla Capitale ma offre strumenti normativi che ci consentiranno di portare avanti un percorso virtuoso fatto di trasparenza amministrativa e contabile” – dichiara il primo cittadino Ignazio Marino all’ANSA.

La votazione, comunque, è stata tutt’altro che facile. “In questo momento – scriveva ieri sera sul suo profilo Facebook Roberto Fico (M5S) – siamo riusciti alla Camera dei Deputati a far mancare il numero legale sul decreto enti locali su voto finale! Governo sotto con maggioranza bulgara! La Boldrini non chiudeva la votazione e poi è stata costretta a farlo. Governo traballa. Tutti a casa. Coraggio”. Rincarava la dose Federica Daga: “Il Salva Roma non passa! Strafigura di mexxa del Pd e della Boldrini in Aula in diretta TV: sul voto finale del decreto finanza ed enti locali, facciamo mancare il numero legale ed il decreto per ora non passa. Troppi piddini erano già tornati a casa con tanto di trolley. Non ce l'hanno fatta neanche con l'aiuto della falsa opposizione di Sel che ha provato a mantenere il numero legale”. Infine, Luigi Di Maio: “C'è un Partito alla Camera che non riesce a raggiungere il numero legale nonostante abbia un premio di maggioranza bulgaro. La seduta è sospesa, l'Aula non è più in numero legale. Questa è la ‘Repubblica dei trolley’ ”.

Stando infatti ai primi dati diffusi dalle agenzie di stampa, tra cui DIRE, “in Aula al momento della verifica del numero legale sul Salva Roma mancavano 70 deputati del Pd”.

Si è comunque poi proceduto alla seconda votazione, occasione in cui la Camera ha approvato il testo. Ma non senza polemiche: “Il Movimento 5 Stelle fa opposizione facendo venir meno il numero legale confermando la propria incapacità a costruire qualcosa” – ha dichiarato all’ANSA il presidente della Commissione Bilancio della Camera, Francesco Boccia. Che ha continuato: “Per loro conta solo caos e protesta. Per questo serve una maggioranza compatta e un Pd consapevole che le responsabilità del Paese sono tutte sulle proprie spalle”.

Di un avviso diverso il dem Zoggia: “Ho notato molti assenti tra le file del Pd al momento del voto di fiducia sul decreto Salva-Roma Ter. Mi sembra chiaro che a questo punto quegli assenti subiranno una reprimenda molto seria”.

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