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Roma, Mojo Italia, Il 1° Festival del Mobile Journalism

Il 21, 22 e 23 settembre alla Casa del Cinema di Villa Borghese e nella sede del sindacato Stampa Romana

“È ora che i giornalisti acquisiscano gli strumenti per essere presenti nei terreni dove oggi proliferano le fake news e le pubblicità nascoste. Il futuro è adesso e non può aspettare”. Parola di Nico Piro, giornalista Rai e pioniere italiano del Mobile Journalism. È tutta qui la filosofia di MoJo Italia, primo festival del giornalismo mobile che si terrà nella Capitale il 21, 22 e 23 settembre alla Casa del Cinema di Villa Borghese e nella sede del sindacato Stampa Romana.

Seminari, concorsi, proiezioni. L’obiettivo è quello di aprire le porte della comunità italiana del giornalismo mobile a chiunque voglia scoprire le potenzialità professionali di uno strumento, lo smartphone, che ci accompagna ogni giorno. Nel Mojo è infatti l’uso degli smartphone ad essere il vero protagonista al servizio del giornalismo, per creare contenuti da distribuire in tempo reale e su più piattaforme.

“Il nostro è un festival della condivisione e del fare – sostiene Nico Piro – Non celebriamo nulla, proviamo solo a dare un contributo di cambiamento. Nei nostri seminari, i migliori esperti italiani del settore mettono a disposizione di giornalisti, videomaker, comunicatori gli strumenti chiave della nuova comunicazione. È la più grande operazione di aggiornamento professionale che si ricordi negli ultimi anni, autoprodotta e gratuita”.

“Con il Mojo Festival rilanciamo il lavoro sulla formazione professionale continua, e sui nuovi strumenti digitali, uno dei fiori all’occhiello di Stampa Romana – sottolinea il segretario Lazzaro Pappagallo – Roma diventa protagonista e perno di un rilancio industriale del settore”. Nel corso dei tre giorni di festival saranno premiati la migliore creazione realizzata con la smartphone in Italia e la migliore creazione realizzata all’estero.

Lo scopo è portate alla luce talenti e mostrare le potenzialità degli smartphone. Un nuovo modo di pensare, che vede l’Italia anche se in posizione di rincorsa rispetto ad altre realtà mondiali, comunque tra i primi Paesi europei a dare forma a questa idea, ormai sempre più una missione.

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