Roma, l’auto lasciata in mezzo all’incrocio a Monteverde non è un caso isolato
Quello che è accaduto a Monteverde, in una ordinaria mattina romana è il simbolo di un problema cronico nella Capitale: la sosta selvaggia

Un’auto lasciata “per due minuti” in mezzo all’incrocio. Un autobus di linea che arriva in curva e non trova lo spazio per sterzare. Risultato: carrozzeria accartocciata, fanali e cofano distrutti, paraurti e targa saltati e soprattutto servizio pubblico interrotto. Quello che è accaduto a Monteverde, all’angolo tra via di Villa Pamphili e via Fonteiana, in una ordinaria mattina romana è il simbolo di un problema cronico nella Capitale: la sosta selvaggia.
L’incidente tra via di Villa Pamphili e via Fonteiana
Secondo i testimoni, il proprietario dell’utilitaria grigia avrebbe lasciato il veicolo per una breve commissione. Una prassi comune: “solo un attimo”, per andare dal medico o comprare materiale scolastico. Ma il tempismo è stato fatale. L’autobus in manovra ha urtato violentemente l’auto e, quasi senza accorgersi dei danni provocati, ha proseguito la corsa. In pochi minuti residenti e curiosi si sono radunati attorno al veicolo incidentato, fra mormorii e scatti con lo smartphone.
Un episodio che fotografa la realtà di Roma
Non si tratta di un caso isolato. Scene simili, più o meno spettacolari, si ripetono ogni giorno nella capitale: auto in doppia o tripla fila, marciapiedi e scivoli per disabili occupati, camion che scaricano merci in mezzo alla carreggiata. La sosta irregolare è diventata parte integrante della quotidianità urbana, tanto da rendere la convivenza stradale difficile e, in alcuni casi, pericolosa.
A Roma la sosta selvaggia non è più un’emergenza, ma una condizione strutturale. Basta osservare le arterie più congestionate di Monteverde o il vicino quartiere Gianicolense per rendersene conto: incroci bloccati, mezzi pubblici rallentati, pedoni costretti a fare lo slalom tra le auto.
I numeri delle multe: il Comune punta sul “Cerbero”
I dati ufficiali confermano la gravità del fenomeno. Nei primi cinque mesi del 2025 la Polizia Locale di Roma Capitale ha elevato circa 460.000 sanzioni per soste irregolari e infrazioni simili. Secondo la vicecomandante del Corpo, grazie al nuovo sistema tecnologico denominato “Cerbero”, vengono registrate oltre 25.000 multe a settimana.
“Cerbero” è un apparato installato su alcune pattuglie dei vigili che, tramite telecamere e algoritmi, individua in tempo reale i veicoli in divieto di sosta, in doppia fila o sugli spazi riservati. I dati vengono trasmessi ai tablet degli agenti, che possono formalizzare la sanzione in pochi istanti.
Il bilancio 2025 segna già un incremento netto rispetto all’anno precedente: da 407.000 sanzioni nei primi otto mesi del 2024 si è passati a 533.000 nello stesso periodo del 2025. Una crescita che testimonia l’impatto del nuovo strumento, anche se il problema rimane lontano dall’essere risolto.
I limiti della tecnologia: multe automatiche e ricorsi
L’introduzione del sistema “Cerbero” ha sollevato diverse perplessità. Gli esperti sottolineano che il dispositivo distingue con difficoltà tra un’auto in sosta vietata e una in fermata temporanea con il conducente a bordo. In questi casi, secondo il Codice della strada, la sanzione non può essere equiparata. Una sottigliezza che potrebbe diventare terreno fertile per ricorsi a valanga.
Inoltre, la dotazione non è ancora diffusa su tutto il territorio cittadino: per ora riguarda alcune pattuglie dedicate al controllo del traffico e non copre in modo capillare i quartieri periferici, dove la sosta selvaggia è spesso ancora più aggressiva.
La reazione dei cittadini: rabbia e rassegnazione
L’incidente di via Fonteiana ha acceso i commenti sui social: c’è chi ha parlato di “giusta punizione” per l’automobilista indisciplinato e chi ha criticato l’ennesima dimostrazione di un sistema stradale fuori controllo. La rabbia si mescola alla rassegnazione: a Roma, parcheggiare “dove capita” sembra un’abitudine radicata, difficile da scalfire.
Molti residenti chiedono soluzioni più concrete: maggiori controlli, ma anche alternative reali alla sosta improvvisata, come nuovi parcheggi di quartiere e un trasporto pubblico più efficiente. Il Comune assicura che i proventi delle sanzioni saranno reinvestiti in manutenzione stradale e sicurezza urbana, ma i cittadini attendono risultati tangibili.
Oltre la multa: è un problema culturale
Il nodo resta culturale. L’episodio di Monteverde dimostra quanto sia fragile la convivenza stradale nella capitale: un singolo gesto di disattenzione o di arroganza – lasciare un’auto in mezzo all’incrocio “per due minuti” – può scatenare un incidente con conseguenze gravi.
La tecnologia e le multe sono strumenti necessari, ma non sufficienti. Senza un cambiamento nella mentalità collettiva, senza la percezione che la regola serve a garantire sicurezza e non a intralciare, Roma continuerà a vivere episodi come quello di via Fonteiana.