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Roma. Carabiniere ucciso aveva lasciato pistola in caserma

Si è svolta la conferenza stampa sull’uccisione del vice brigadiere Mario Cerciello Rega

"Non abbiamo fatto subito accertamenti, ma i ragazzi erano abbastanza provati, anche fisicamente si vedeva che qualcosa non andava, quindi secondo noi hanno fatto uso di droga o alcol. Poi abbiamo scoperto che Finnegan aveva fatto un mix e aveva assunto farmaci, ce l'ha detto anche lui, raccontandoci di aver preso anche superalcolici e birra.

Ma erano comunque lucidi e ci hanno raccontato molte cose anche con particolari". Lo ha detto il procuratore aggiunto di Roma, Nunzia D'Elia, durante la conferenza stampa sull'uccisione del vice brigadiere Mario Cerciello Rega avvenuta nel quartiere Prati di Roma, la notte tra il 25 e il 26 luglio. 

Inoltre il comandante provinciale dei Carabinieri di Roma, Francesco Gargaro, nel corso della stessa conferenza stampa, ha dichiarato che "Cerciello aveva lasciato l'arma in caserma, nel suo armadietto". Riguardo le condizioni di salute di Andrea Varriale, l' altro carabiniere aggredito la sera del tragico fatto, Gargano ha riferito alla stampa: "È provato. Non auguro a nessuno di vedere un collega morire. Attualmente sta ultimando i sei giorni di malattia dati dal referto. Tornerà in servizio. Ha riportato alcune contusioni e graffi al collo". ( Ago/ Dire)

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