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Omicidio del Gianicolo, al via la petizione #unalberopercarlo

Disponibile su Change.org la petizione simbolo della battaglia dei familiari e degli amici di Carlo

In occasione della presentazione, ieri, dell’Associazione ‘Carlo Macro – Cultura per la Legalità’, lo zio, la mamma e il fratello di Carlo avevano annunciato che sarebbe presto partita la petizione per chiedere al sindaco Marino di esprimersi sui fatti del Gianicolo o, in alternativa, di costituirsi parte civile nel processo sull’omicidio, e per chiedere che venga piantato un albero sotto l’abitazione di Carlo. Detto, fatto. La petizione è già disponibile su Change.org.

“Il 17 febbraio 2014 alle due e mezzo di notte, in via Garibaldi al Gianicolo, un lungo cacciavite entrava nel cuore di mio figlio Carlo” – questo l’inizio del testo della petizione, scritto dalla mamma di Carlo, Giuliana Bramonti. “Quel giorno Carlo e Francesco, i miei due figli – continua – tornavano a casa dopo un concerto. Carlo scese dalla macchina per fare pipì, lasciando la radio della macchina accesa. A quel punto, un uomo che viveva nel caravan lì parcheggiato, uscì dal caravan e colpì Carlo con un cacciavite. Francesco spinse Carlo a rientrare in macchina, Carlo chiuse gli occhi e non si riprese più”.

“Vivere in un caravan sul ciglio di una strada del centro storico, in un’area priva di servizi essenziali è una situazione non solo illegale, ma soprattutto indegna per chi è costretto a viverla. Eppure questo fenomeno è molto diffuso a Roma e favorito da un certo tipo di assistenza sociale. Nel caso del caravan dell’omicida, il mezzo era procurato e gestito dall’Istituto Sant’Egidio” – scrive Giuliana, secondo la quale “questo genere di assistenza frutto di politiche sociali inadeguate causa indigenza e difficoltà nell'integrazione per chi le vive, nonché insicurezza per tutti i cittadini”.

Ma Giuliana non vuole “che la morte di Carlo diventi il simbolo dell’ostilità nei confronti dei diversi”. Giuliana, vuole “che la morte di Carlo diventi simbolo di solidarietà e di non-violenza”.

Dispiaciuta del fatto che il sindaco Marino “non abbia mai dichiarato il suo cordoglio per la morte di Carlo Macro, né indetto una giornata di lutto cittadino, come è avvenuto in passato per analoghe tragedie”, Giuliana non si arrende, e torna a rivolgersi al primo cittadino a cui chiede aiuto, affinché “la morte di Carlo diventi il simbolo di un messaggio positivo e che la sua persona sia rispettata ed abbia la giustizia che si merita”.

Per questo, Giuliana, Francesco, e tutti gli amici di Carlo chiedono che “a San Pietro in vincoli, dove abitava Carlo venisse piantato un albero per sostituire la terribile assenza di Carlo. Vorrei che questo gesto di cura del territorio rappresentasse simbolicamente l’inizio di quella cura dei territori e delle persone che possa impedire in futuro simili sofferenze per tutti”.

“Sindaco, vorrei un albero in memoria di Carlo, contro il degrado, per una città giusta e vivibile” – conclude Giuliana.

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