Prima pagina » Musica » “Natale di tutti”, la canzone che allarga il senso della festa

“Natale di tutti”, la canzone che allarga il senso della festa

Natale

Natale (© Andrii Spy_k / Shutterstock)

C’è un Natale che non vive soltanto di luci, tavole imbandite e rituali che si ripetono uguali a se stessi. È un Natale più fragile, spesso silenzioso, fatto di assenze, di distanze, di domande aperte. Natale di tutti, la canzone scritta da Alessandro Gallo, si muove esattamente in questo spazio: quello in cui la festa smette di essere un recinto e diventa una possibilità condivisa, anche per chi resta ai margini. Un brano che sceglie parole semplici ma non semplificate, e che usa il Natale come lente per osservare la società, le relazioni, la solitudine e il bisogno di riconoscersi.

Alessandro Gallo, il Natale come luogo aperto

“Natale di tutti” non racconta un Natale ideale, patinato. Al contrario, sembra voler restituire una festa imperfetta, reale, che appartiene anche a chi non si sente rappresentato dall’immagine tradizionale.
«Il Natale – spiega Gallo – è spesso raccontato come qualcosa di compiuto, di felice per definizione. Io volevo partire dall’idea opposta: il Natale come momento che mette a nudo le mancanze. Proprio per questo può diventare di tutti, non solo di chi ha già tutto».

Nel testo emergono figure che non trovano spazio nei racconti convenzionali della festa: chi è solo, chi è lontano, chi porta addosso ferite non risolte. Non c’è denuncia esplicita, ma una forma di attenzione gentile, quasi un invito ad allargare lo sguardo.

Le parole come gesto di inclusione

La scrittura di Natale di tutti evita la retorica. Le immagini sono essenziali, spesso quotidiane, e proprio per questo capaci di parlare a chi ascolta.
«Ho cercato una lingua che non escludesse – racconta l’autore –. Il Natale rischia di diventare un linguaggio chiuso, fatto di simboli che non tutti sentono propri. Io volevo che il testo fosse abitabile, che chi ascolta potesse entrarci senza sentirsi fuori posto».

È una canzone che non propone soluzioni, ma riconoscimento. Non consola in modo facile, ma accompagna. In questo senso, la musica diventa spazio di ascolto più che di risposta.

Il Natale come specchio della società

Nel brano, il Natale è anche uno specchio che riflette contraddizioni collettive: l’abbondanza accanto alla mancanza, la vicinanza proclamata e la distanza reale.
«Scrivere questa canzone – continua Gallo – è stato un modo per chiedermi che tipo di festa stiamo vivendo. Se il Natale è davvero un tempo di incontro, allora deve saper contenere anche chi resta invisibile durante il resto dell’anno».

Il testo non punta il dito, ma suggerisce una responsabilità condivisa. La festa, sembra dire la canzone, non è un evento da consumare, ma una condizione da costruire.

Una canzone che parla anche fuori stagione

Pur essendo legata al Natale, Natale di tutti non è un brano “stagionale” nel senso stretto. I temi che attraversa – solitudine, bisogno di riconoscimento, desiderio di appartenenza – restano validi oltre il calendario.
«Mi piacerebbe che la canzone funzionasse anche lontano da dicembre – conclude Alessandro Gallo –. Se resta qualcosa, spero sia l’idea che nessuna festa ha senso se non tiene conto delle persone».

In un tempo in cui le canzoni natalizie spesso puntano sulla ripetizione di modelli rassicuranti, Natale di tutti sceglie una strada diversa: quella di un Natale che non divide, che non seleziona, che non pretende uniformità. Un Natale che, prima ancora di essere celebrato, chiede di essere condiviso.

Ascolta Natale di Tutti