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Mondo di Mezzo e fasciomafiosi? Cpi prende distanze da Alemanno

La cappa di affarismo è una cosa trasversale

Simone Di Stefano, vice presidente di CasaPound Italia, in una nota diffusa stamani, in merito alla maxindagine Mafia a Roma, rinominata Mondo di Mezzo, ha parlato di “allarmante continuità criminale fra amministrazioni di destra e sinistra, fermo restando il doveroso garantismo sulle responsabilità dei singoli”. 

“L'assoluta continuità di fatto fra le amministrazioni di destra e di sinistra, il ramificato e trasversale sistema di potere che specula sull'immigrazione e che si snoda fra cooperative rosse e sigle solidali”, così come emerso dalle prime indagini, secondo Di Stefano “denota un'assenza totale di direzione politica all'altezza della città, delle sue complessità e della sua storia”.

Il commento di Di Stefano non poteva mancare, a proposito di una vicenda giudiziaria che sembra esser destinata ad alimentare un clima da caccia alle streghe, stabilendo necessari, quanto ipotetici, collegamenti tra il mondo della criminalità organizzata e quello della destra radicale. Il vertice di CasaPound ha quindi sottolineato “la totale estraneità del movimento all'inchiesta, laddove praticamente ogni inchiesta giornalistica sulla malavita romana ha largheggiato in riferimenti a CasaPound totalmente campati in aria, dipingendo il nostro movimento con tonalità sordide e relegandolo sistematicamente in un sottobosco criminale che invece scopriamo essere abitato da ben altre e più illustri forze politiche”.

La nota diffusa dai Fascisti del Terzo Millennio si sofferma, in particolare, sulla figura di uno degli indagati ecellenti: Gianni Alemanno, con il quale i rapporti sono sempre stati gelidi. “Pur non avendo avuto inizialmente intenzione di candidarci per le ultime comunali di Roma”, osserva Cpi riferendosi alle comunali 2013, “siamo alla fine stati costretti a farlo proprio per marcare la differenza fra noi e la destra romana rappresentata da Alemanno, a cui continueremo a non dare tregua dal punto di vista politico”. 

Con queste osservazioni, Cpi ha voluto levare gli scudi a difesa di “un'area politica e metapolitica che ha molto da insegnare in termini di onestà e approccio etico alla politica, laddove la cappa di affarismo che soffoca la Capitale è invece assolutamente trasversale alle ideologie e alle appartenenze”.

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