Londra, impiantato per la prima volta un occhio protesico stampato in 3D
L’innovativo impianto, oltre ad avere un processo di produzione molto più veloce di quello classico, non utilizza protesi invasive
![Occhio protesico stampato in 3D](https://www.romait.it/wp-content/uploads/2021/11/Progetto-senza-titolo-58-1024x683.jpg)
Occhio protesico stampato in 3D
In Inghilterra, una protesi oculare stampata in 3D è stata impiantata per la prima volta al mondo. L’intervento, andato in scena presso il Moorfields Eye Hospital di Londra, è stato eseguito sul paziente Steve Verze, ingegnere di 47 anni. Tradizionalmente per interventi del genere si utilizzava una protesi acrilica. Quella impiantata per la prima volta su Verze invece è più realistica e definita, con la profondità della pupilla percepita quasi realisticamente.
L’occhio protesico stampato in 3D
Per applicare l’innovativa protesi, i medici non si sono serviti di un’impronta invasiva, ma di scansioni digitali della cavità oculare e dell’occhio funzionante. Ma non solo, perché il processo di produzione è anche più veloce rispetto a quello ormai antico.
“Ho bisogno di una protesi oculare da quando avevo 20 anni e mi sono sempre sentito a disagio. Questo nuovo occhio ha un aspetto fantastico” afferma il paziente 47enne.
“L’intero processo richiede due o tre settimane”
Come riportato da RaiNews24, dall’ospedale londinese fanno sapere che “i tradizionali occhi protesici acrilici sono dipinti a mano e richiedono circa sei settimane per essere completati. Con la stampa 3D, una volta eseguita la scansione, la protesi può essere stampata entro due ore e mezza. Viene quindi inviata a un oculista per essere rifinita, lucidata e adattata. L’intero processo richiede solo due o tre settimane“.
“Ecco il nostro auspicio…”
Sulla vicenda è intervenuto anche il professor Mandeep Sagoo, consulente oculista del Moorfields Eye Hospital, che ha dichiarato: “Siamo entusiasti del potenziale di questo occhio protesico completamente digitale. L’auspicio è che l’imminente sperimentazione clinica fornisca prove solide sul valore di questa nuova tecnologia, mostrando la differenza che fa per i pazienti e la sua utilità per ridurre le liste di attesa”.