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Licenziamenti Opera di Roma, per Marino scelta di responsabilità

Così il sindaco Marino in un’intervista al quotidiano La Stampa sul discusso licenziamento di 182 unità di personale

Rifondare l'Opera di Roma era «l'unica azione veramente di sinistra». Così ha replicato il sindaco di Roma Ignazio Marino in un'intervista al quotidiano La Stampa sul tema dei licenziamenti di 182 unità di personale del Teatro dell'Opera di Roma, decisi a seguito delle dimissioni del Maestro Riccardo Muti.

Il sindaco ha definito una «scelta di responsabilità» quella di licenziare i musicisti dell'Opera di Roma. Il tentativo di risanamento del Teatro non è bastato, e quindi dinanzi al grave buco di bilancio e al rischio della cancellazione degli spettacoli in programma, o dell'esecuzione di questi senza orchestra, la "esternalizzazione" è stata reputata la soluzione migliore, intesa come una rifondazione del Teatro «basata su una scelta fatta sul merito». Questa la posizione di Marino sulla decisione presa dal Cda dell'Opera di Roma, che secondo il sovrintendente del Teatro, Carlo Fuortes, dovrebbe fruttare 3,4 milioni di euro di risparmi.

Lo stesso Fuortes ha promesso che una nuova orchestra "esternalizzata" potrebbe arrivare all'Opera già dal primo gennaio 2015, la quale potrebbe essere formata anche dagli stessi musicisti licenziati, ma con una forma contrattuale del tutto diversa. I nuovi musicisti infatti non saranno assunti dal Teatro dell'Opera ma si costituiranno come orchestra indipendente, sul modello di varie realtà europee come la London Symphony Orchestra o i Berliner Philharmoniker. 

Le 128 unità di personale sui quali si è abbattuta però la scure dei tagli promettono di fare ricorso al TAR non appena arriverà la lettera di licenziamento. Un endorsement alla decisione di Fuortes è arrivata invece anche dal Ministro dei Beni e delle Attività Culturali, Franceschini, che ha definito il lavoro di Fuortes come «positivo e importante». 

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