Prima pagina » Cronaca » Lavoro e assenteismo: i più furbi dei furbetti e i coperchi del diavolo

Lavoro e assenteismo: i più furbi dei furbetti e i coperchi del diavolo

48 dipendenti comunali indagati nel Catanese: facevano strisciare i badge anche a dei ragazzini e avevano un’alta percezione di impunità

C’è una mentalità fin troppo diffusa che porta alcuni a credere di essere i più furbi dei furbi: anzi, dei furbetti, considerato che si parla di assenteismo. Il caso contingente proviene da un paesino del Catanese di nome Piedimonte Etneo, in cui 48 dipendenti comunali hanno ricevuto un avviso di conclusione indagini che ipotizza il reato di truffa aggravata in concorso. Questi (ennesimi) furbetti del cartellino si assentavano sistematicamente «dal posto di lavoro per dedicarsi alle attività più disparate», timbravano il badge per colleghi che a volte neppure si presentavano in Comune, e alcuni utilizzavano l’auto comunale a fini privati ritenendo di non «ricevere un salario adeguato per l’attività lavorativa, peraltro “mai svolta”», come evidenziato dalla Procura di Catania.

Ma l’aspetto più ignobile della vicenda è il fatto che alcuni degli indagati non esitavano a servirsi anche di ragazzini, che vidimavano il cartellino dei propri familiari. In un’occasione, l’irregolarità è stata commessa addirittura alla presenza di un’ispettrice della polizia municipale.

In effetti, come ha sottolineato la Procura, i dipendenti erano «vincolati, in molti casi, da rapporti di parentela e, quindi, reciprocamente animati da una eccessiva “comprensione” anche di fronte a plateali violazioni di legge»: da cui quella che stata definita «elevata percezione d’impunità».

Fin qui la cronaca, che fa quasi pensare che in fondo l’house organ ufficioso del M5S potrebbe non avere tutti i torti riguardo alle proprie ossessioni manettare: poi ci sono i risvolti socio-antropologici. Stendiamo un velo pietoso sullo sfruttamento di minori con scopi illeciti – anche se la recente intercettazione del mafioso che esortava il figlio di 10 anni a essere orgoglioso di far parte della ‘ndrangheta fa supporre che questo malcostume sia tragicamente esteso.

Tralasciando questo aspetto, il dato più sconcertante è che, nonostante le decine di casi analoghi già sventati in tutta Italia, c’è ancora qualcuno che incredibilmente pensa di farla franca: dimenticando che il diavolo fa sì le pentole, ma non ha mai fatto i coperchi.

Alla prossima puntata, quindi, poiché non c’è dubbio che qualcuno in questo momento gongoli tra sé e sé pensando soddisfatto di essere più intelligente, più astuto, più furbo dei furbetti che si sono fatti scoprire. A conferma che la Storia sarà pure maestra di vita, ma continua ad avere dei pessimi allievi.

Pietro Maso: "Li ammazzo tutti e divento ricco", la storia di un bravo ragazzo

Roma. Bus contro albero, autista indagato con l'accusa di lesioni

Lascia un commento