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Latte e formaggi, con la guerra rincaro del 30% per tutto il settore

Zanetti (Assolatte): “In tutto lo scenario internazionale manca latte. Spero in misure del governo a sostegno del comparto zootecnico”

Latte e formaggi (foto di repertorio)

Latte e formaggi (foto di repertorio)

Il settore lattiero caseario sta vivendo un periodo di grande difficoltà. Una frenata importante è avvenuta anche durante il Covid, ma ora, a causa della guerra in Ucraina, la crisi rischia di dare un grosso colpo alla produzione di latte e formaggio.

Latte e formaggi (foto di repertorio)
Latte e formaggi (foto di repertorio)

Come riportato da SkyTg24, sul tema è intervenuto Paolo Zanetti, Presidente di Assolatte, che spiega: “È una tempesta perfetta perché arrivavamo da un periodo pre-guerra con già un grosso rincaro dei prezzi, non solo agricoli, ma anche legati all’energia, al gas, al cartone e alla plastica. La guerra non ha fatto altro che acuire questo grandissimo aumento dei prezzi“.

Zanetti: “In tutto lo scenario internazionale manca latte”

“In tutto lo scenario internazionale manca latte. Tutta Europa registra questo fenomeno. Spero che il governo possa instaurare misure a sostegno del comparto zootecnico. Noi che siamo industriali del settore, naturalmente, siamo vicini agli allevatori che hanno dovuto subire rincari enormi dell’energia soprattutto in questo ultimo periodo”.

Ambrosi: “Aumento prezzi fenomeno mondiale”

Anche Giuseppe Ambrosi, Presidente di Ambrosi Spa e di European Dairy Association, ha commentato la crisi del settore: “L’incremento dei costi del 20% sono da sommare agli altri costi sono quelli che noi dobbiamo portare verso il consumo. Se non ci riusciremo il rischio è per la sopravvivenza di tutta la filiera, quindi dell’industria di trasformazione e anche dei produttori di latte. Difficile prevedere se questi aumenti perdureranno nel tempo.

Sicuramente per i prossimi sei mesi saremo colpiti da questi aumenti, poi potrebbe esserci un’attenuazione, ma dipenderà dagli andamenti di questa nuova riorganizzazione geografica del mondo e quindi della redistribuzione delle materie e della provenienza delle materie sia per le fonti energetiche che per l’alimentazione degli animali.

Siamo tutti sulla stessa barca. Il fenomeno è mondiale, si allarga non solo all’Europa, ma a tutto il mondo. Quindi anche nei grandi produttori come la Nuova Zelanda o gli Stati Uniti c’è stato un fenomeno di grande crescita del costo delle materie prime. Purtroppo non si intravede una riduzione a breve termine. C’è stato un calo di produzione del latte e chiaramente l’incrocio tra il calo di produzione e la domanda crescente ha creato uno scompenso. E questo va a colpire tutta la filiera”.

“L’export continua a essere molto buono”

“L’export continua a essere molto buono. Tutti i prodotti alimentari italiani che godono di una grande fiducia da parte dei consumatori europei, ma non solo europei, è in forte crescita anche in questo periodo. Dopo gli anni difficili del Covid, che hanno visto un po’ di rallentamento in alcuni paesi dove il maggior consumo era destinato alla food service e alla ristorazione, nel momento in cui ci sono state le riaperture abbiamo avuto una ripresa importante dei consumi dei nostri prodotti”.