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La Carta dei diritti universali del lavoro come nuovo Statuto?

La “Carta dei diritti universali del lavoro” rappresenta nella volontà dell’Organizzazione sindacale un nuovo Statuto per i lavoratori del futuro

La "Carta dei diritti universali del lavoro" –  l'idea lanciata ieri dalla Cgil, presentata dalla segretaria Susanna Camusso in un'inedita conferenza stampa svoltasi all'aperto, a pochi metri dall'ingresso della stazione Termini di Roma – rappresenta nella volontà dell'Organizzazione sindacale un nuovo Statuto per i lavoratori del futuro, destinato a diventare una proposta di legge di iniziativa popolare, qualora gli iscritti la approveranno, che punterà ad abrogare tutte le norme che negli ultimi anni hanno destrutturato e diminuito i diritti del lavoro.

La novità sostanziale è quella del "regolare i diritti non più in base alla tipologia contrattuale, ma definendoli per tutte le persone che lavorano, qualsiasi rapporto abbiano", ha spiegato la Camusso, che ha messo in evidenza l'unicità nella storia della Cgil della sollecitazione di "una consultazione straordinaria delle iscritte e degli iscritti che non riguarda un accordo o un contratto, ma la direzione politica e strategica della confederazione".

Il documento, che contiene 97 articoli occupanti 64 pagine, è diviso in tre parti. Nella prima sono definiti i diritti che dovranno essere riconosciuti a tutti i lavoratori: "il riposo, la maternità e la paternità; il diritto ad essere informati sulle proprie condizioni di lavoro e alla sicurezza;  la libertà di espressione, il diritto a non essere discriminati e quello della riservatezza; il diritto d'autore, il rispetto dovuto alle creazioni dell'intelletto; l'equo compenso, gli ammortizzatori sociali e il sostegno al reddito, il diritto alla tutela pensionistica". La seconda parte della "Carta universale dei diritti dei lavoratori" si sofferma sulla contrattazione; "Deve essere inclusiva – ha affermato Susanna Camusso – e avere valore per tutte le figure di un settore". Infine, l'ultima parte è dedicata al "riordino delle tipologie contrattuali". 

Secondo la segretaria della Cgil, i 97 articoli non dovranno valere solo per i lavoratori privati, ma interessano anche il pubblico impiego.

Aggiornamento. Ci scrive Giuseppe Martelli, sindacalista Usi Roma: La situazione è  molto complessa, nel senso che la mediazione tocca per ora il solo salario accessorio, rimanendo così in piedi tutti i problemi dalle biblioteche alle scuole/nidi …fino a tutte le aziende partecipate o esternalizzate ..assemblee e sciopero per ora restano. Attendiamo per diffida e messa in mora dell' amministrazione ma ci stiamo preparando per mobilitazioni e presidi anche a febbraio e intanto per domani, giovedì 21 come operatori sociali e terzo settore abbiamo organizzato presidio dalle 14 alle 17 al dipartimento al sociale in via Manzoni 16.

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