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Il suicidio di Seid Visin tra razzismo e depressione giovanile

“Non faceva niente per sé, faceva per gli altri. Noi adulti e la politica, siamo egoisti. Dovremmo lottare come ha fatto Seid”

Seid

Seid si è tolto la vita a soli 20 anni

Il nostro racconto a fumetti sulla vicenda che ha coinvolto il calciatore ventenne Seid Visin.

Nocera Inferiore (Salerno), 4 giugno 2021. Dai primi accertamenti sembrava che si trattasse di un malore. Invece, Seid Visin, 20 anni, si è tolto la vita nella sua abitazione, dove conviveva con i genitori adottivi. Di origini etiopi, aveva giocato nelle giovanili del Milan e del Benevento per poi decidere di abbandonare il calcio professionistico per dedicarsi allo studio, continuando però a giocare nell’Atletico Vitalica, una squadra di calcio a cinque.

Da subito la motivazione razzista è stata considerata da molti come quella principale che avrebbe portato il ragazzo a quest’ultimo gesto disperato. A confermarlo una lettera scritta dallo stesso nel 2019 e inviata ad alcuni amici e alla sua psicoterapeuta.

Una lunga riflessione. Parole strazianti e potenti allo stesso tempo che sono state anche lette il giorno del suo funerale, il 5 giugno:

Adesso, ovunque io vada, ovunque io sia, ovunque mi trovi sento sulle mie spalle come un macigno, il peso degli sguardi scettici, prevenuti, schifati e impauriti delle persone”

In quello che scrive è ben evidente anche la situazione di disagio in cui si è trovato a vivere, solo per il colore della sua pelle, in vari ambienti come quello lavorativo:

Ero riuscito a trovare un lavoro che ho dovuto lasciare perché troppe persone, specie anziane, si rifiutavano di farsi servire da me e come se non mi sentissi già a disagio, mi additavano anche come responsabile perché molti giovani italiani (bianchi) non trovassero lavoro”

Il razzismo e le dediche dei personaggi della politica

Il movente razzista ha da subito scatenato un’ondata di messaggi di cordoglio da parte dei vari personaggi noti del mondo della politica.

Il segretario del Partito Democratico Enrico Letta si è scusato pubblicamente a nome di tutta l’Italia pubblicando una foto del ragazzo.

Anche la sottosegretaria ai rapporti con il Parlamento, Caterina Bini (Pd) posta su Twitter uno stralcio della lettera del ragazzo con la frase “chiediamo perdono”.

La ministra per il Sud e la Coesione territoriale, Mara Carfagna (Fi) ha rilasciato invece delle dichiarazioni in merito:

Sono vicina alla famiglia e agli amici di Seid Visin, colpiti da una vicenda che strazia il cuore e dimostra il tragico portato del razzismo…”

Mentre il leader della Lega Matteo Salvini si scaglia contro il razzismo insieme alla leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni.

Il movente non sembra essere quello razzista

Walter Visin, padre del ragazzo, ha più volte ribadito che il gesto compiuto dal figlio non è stato fatto per problemi razziali, chiedendo anche di smetterla di speculare sulla morte di Seid.

Secondo i genitori della vittima infatti, intervistati da una rete locale, il figlio:

Non si è suicidato perché vittima di razzismo. Era tormentato”

I due però ci tengono a ribadire che le discriminazioni riportate nella lettera sono vere:

è stata scritta qualche anno fa, mio figlio lottava con le discriminazioni razziali di tutti i generi. Fu uno sfogo, era esasperato dal clima che si respirava in Italia…”

Il padre ci tiene poi a ricordare lo spirito altruista del giovane:

Non faceva niente per sé, faceva per gli altri… noi adulti, la politica, non siamo bravi, siamo egoisti. I giovani quindi devono essere forti per lottare come ha fatto Seid.”

Seid infatti, viveva in una situazione di disagio fin da piccolo, quando fu portato dalla famiglia adottiva dall’Etiopia all’ Italia, come ricorda la madre:

non voleva neanche sentir nominare l’Etiopia…ha sempre dichiarato in giro di essere nato in questa famiglia. Quando ha iniziato a crescere gli è tornato addosso tutto il passato e ha cominciato ad essere più riflessivo e a vivere il disagio. Si è attivato, era un paladino della giustizia e infatti si era iscritto a giurisprudenza. Lui credeva nella giustizia”

La depressione giovanile

La vera causa che sembra essere legata al suicido è infatti la sensazione di isolamento e disagio in cui molti giovani si sono trovati a vivere durante il periodo pandemico che stiamo tutt’ora vivendo. Una problematica che è stata evidenziata anche dalla madre del giovane, raccontando delle difficoltà avute da suo figlio durante il lockdown trascorso a Milano:

chiuso 24 ore su 24 in una stanza nello studentato. Quello che dobbiamo fare è non lasciare i ragazzi da soli, devono stare insieme, socializzare.”

La riflessione di Aboubakar Soumahoro

L’attivista sindacale Aboubakar Soumahoro, che da sempre lotta in prima linea con la Lega dei Braccianti, contro lo sfruttamento dei lavoratori agricoli, si è espresso sulla vicenda non solo con parole di cordoglio nei confronti dei famigliari del ragazzo ma anche con una lunga riflessione sulla faccenda:

per rispetto di questo strazio, ho preferito prediligere il saggio lessico del silenzio per maturare una riflessione… il caso di Seid Visin dovrebbe sollecitare la nostra comunità ad una sincera e costruttiva autocritica capace di liberarci da ogni forma vana e dannosa di pseudo dogmatismo ideologico…il mio modesto parere è che questo esercizio collettivo di coscienza critica dovrebbe riguardare soprattutto questi due punti: il DISAGIO GIOVANILE e il RAZZISMO…”

Soumahoro fa un’aperta denuncia su entrambi i punti, evidenziando sia che:

in Italia vi è un razzismo sistematico materiale e culturale che si manifesta trasversalmente in più ambiti…”

Sia il disagio tra i giovani e il fatto che quest’ultimi, soprattutto durante questo periodo, sono stati dimenticati dalla politica:

la ricostruzione del paese sarà tale se la politica riuscirà a mettere al centro del proprio agire anche la cura dell’anima di cui hanno bisogno i nostri giovani e la nostra intera società…”

Depressione, alcolismo e bulimia tra i giovani

La pandemia è stata inevitabilmente la causa di molti mali che hanno peggiorato la già difficile situazione di questa società. La depressione giovanile e tutto ciò che ne consegue sono tra le maggiori problematiche.

I giovani fin da subito si sono sentiti dimenticati dallo stato, gli universitari e i liceali sono stati tra quelli maggiormente colpiti dalla depressione, soprattutto per essere stati privati di spazi dove socializzare.

Tra i più colpiti dal covid durante la seconda ondata, sono stati inoltre additati come “untori della movida” per poi essere di nuovo elogiati nell’ultimo periodo, dove nei giorni degli open day vaccinali hanno fatto rialzare la curva delle vaccinazioni.

Tramite una serie di ricerche effettuate da vari enti, si è potuto verificare come tra le fasce d’età che vanno dai 12 ai 30 anni, si sono verificati degli aumenti di casi di depressione, alcolismo e bulimia.

Tutte forme di disagio che se non curate con la dovuta attenzione potrebbero portare a casi di suicidio, come quello di Seid.

E’ inevitabile che il razzismo e il disagio giovanile sono due grosse problematiche della nostra società che richiederebbero un massiccio intervento dello stato e che non può e non deve fermarsi a semplici messaggi di cordoglio.

Articolo di Marta Giorgi, Disegni di Chiara Giorgi

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