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Il flop dell’Italia Under 21, l’addio di Di Biagio e l’ipotesi De Rossi

Una squadra piena di giocatori pronti non è riuscita a superare i gironi. Mentre la Spagna è di nuovo in finale, contro la Germania

Una squadra piena di giocatori pronti non è riuscita a superare i gironi. Mentre la Spagna è di nuovo in finale, contro la Germania.

Il calcio, si sa, non è una scienza esatta. Le leggi dei grandi numeri non esistono, come non esistono calcoli sicuri, percorsi prestabiliti, cammini certi. Il calcio, dicono i massi teorici dell’argomento, è metafora della vita proprio per quella sua capacità di prendere strade inaspettate, contorte, strane.

A guardare la formazione titolare dell’Italia Under21 tutti avrebbero scommesso sulla sua vittoria finale, in questi Europei di categoria. A guardare la qualità delle convocazioni, tutti avrebbero giurato almeno un approdo in finale, o almeno in semifinale. “L’Under21 più forte degli ultimi dieci anni”. Questa l’etichetta che era stata affibbiata su Meret e Mancini, Cutrone e Tonali. E invece no.

Fuori ai gironi, in virtù della sconfitta con la Polonia e di un biscotto ampiamente pronosticato tra Francia e Romania. Perché non esistono incastri belli e fatti, nel calcio. Non esiste la giustizia della matematica pura, dei calcoli, delle probabilità.

Nel calcio può succedere, ad esempio, che la Spagna strapazzata 3 a 1 dall’Italia, con reti di Chiesa e Lorenzo Pellegrini, finisca per andare in finale dell’Europeo da favorita assoluta contro la Germania. Lo ha fatto dopo aver battuto 4 a 1, a Reggio Emilia, la Francia, con le reti di Roca, Oyarzabal, Olmo e Mayoral, che rispondono al momentaneo vantaggio transalpino di Mateta. I tedeschi, invece, hanno mandato a casa la Romania con le doppiette di Amiri e Waldschimdt, che hanno risposto all’altra doppietta di Puscas.

Si torna a casa a mani vuote, un’altra volta, ma quest’anno, forse, fa più male. Perché la squadra italiana era veramente piena di giocatori pronti, di titolari inamovibili, di calciatori che trascinano i loro club in Serie A. Pensiamo ai vari Chiesa, Barella, Pellegrini, ma anche a Mandragora, Cutrone, Bastoni. Il primo a pagare questo risultato è stato il CT Luigi Di Biagio. “Non sarò più l’allenatore di questa squadraha spiegato il tecnico romano nella conferenza stampa d'addioma abbiamo fatto un ottimo lavoro, abbiamo fatto crescere tanti
ragazzi, siamo stati competitivi contro squadre forti, tanti ragazzi sono andati in Nazionale maggiore. Il risultato non è positivo, ma non è un fallimento per me
”.

Non sono dello stesso parere in FIGC, dove accolgono positivamente le sue dimissioni. Non fossero arrivate volontariamente, sarebbe stato più difficile, e brusco, il divorzio. Adesso si apre il cast per i sostituti: in pole c’è Paolo Nicolato, protagonista di un buon risultato nel Mondiale Under20, portando gli azzurri in semifinale. Sarebbe il naturale compimento di un percorso iniziato nel 2016 nell’Under18, un cammino di crescita che permette di dare continuità anche ai giovani talenti. Altro nome caldo è quello di Alberico Evani, nei quadri azzurri dal 2010, oggi collaboratore tecnico di Roberto Mancini.

Infine una suggestione, una fantasia estiva che stuzzica molti: affidare l’Under21 alla coppia Campione del Mondo Andrea Pirlo e Daniele De Rossi.

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