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Ieri sera allo stadio Olimpico è finita la stagione della Lazio

L’ufficialità avverrà soltanto alla fine del campionato ma per chi come me ha subito, da tifoso, l’ennesima batosta calcistica, è già finita

Questa sera allo stadio olimpico termina la stagione calcistica della Lazio. L'ufficialità avverrà soltanto alla fine del campionato ma chi come me ha subito, da tifoso, l'ennesima batosta calcistica, è perfettamente conscio del fatto che il campionato la Lazio non lo ha mai iniziato. La flebile speranza di vedere una Lazio competitiva in Europaleague si è interrotta con una sconfitta esagerata in casa nostra. I tifosi della Lazio presenti allo stadio hanno visto l'ennesima scena Calcistica di una sconfitta che brucia con la beffa di assistere i tifosi avversari esultare per aver espugnato l'Olimpico con una vittoria che tutti gli addetti ai lavori non davano proprio così scontata. Invece, sorpresa delle sorprese, la Lazio compie l 'ennesimo incanto stagionale.

Non si presenta con la giusta rabbia in campo e il risultato, già all'ottavo minuto è di 2:0 per gli ospiti. La Lazio è una squadra scarsa e lo è nelle persone che la rappresentano. I dirigenti (uno solo) obbediscono a logiche non atte al miglioramento della squadra, anno per anno, ma al tentativo di costruire una squadra al risparmio soltanto per tirare a campare. Con il risultato che il salto di qualità è scientificamente rimandato a data da destinarsi. Dopo 11 anni il presidente sembra molto più interessato ai propri interessi ed al proprio potere personale che a migliorare la prima squadra della capitale. Lotito nella federazione, Lotito presidente della Salernitana, Lotito in politica. Ma il Lotito  presidente della Lazio? Adesso basta veramente.

Ho cominciato a vedere la Lazio che non avevo neanche sei anni. Non mi rassegno a vedere infangata questa storia straordinaria fatta di grandi uomini e grandi atleti. Non si può vedere svilita quotidianamente una realtà cittadina e nazionale che diventerà sempre di più un problema sociale. Vedere la Lazio morire cosi, senza programmi e senza prospettiva è un problema che va affrontato quanto prima. Mi rivolgo anche a tutti gli organi di informazione, a chi ha a cuore la Lazio, a chi negli anni passati ha usato la Lazio per farsi pubblicità e adesso gira lo sguardo da un'altra parte. Da questa vicenda non sarà risparmiato nessuno e allora troviamo unità di intenti e facciamo sentire la nostra voce. Occorre far comprendere che chi è presidente di una società calcistica che raccoglie l'amore di decine di migliaia di persone ha in primo luogo una responsabilità sociale e morale e non soltanto finanziaria.

Tenere i conti in regola è condizione necessaria ma non sufficiente per gestire la Lazio. Poteva essere comprensibile nei primi anni dove tutti noi laziali abbiamo compreso la gravità dei conti della società (gravità poi abbastanza sgonfiata nel comparare i bilanci degli anni passati). Adesso è giunto il momento di fare altro o lasciare. Non ci sono alternative. Se si vuole cambiare registro lo si faccia immediatamente annunciando investimenti massicci e assecondando le legittime aspirazioni della tifoseria che con straordinario equilibro non chiedono l'impossibile ma almeno una programmazione adeguata. Si cominci a rimettere la Lazio al centro dei progetti di un presidente "unico" e unicamente impegnato per la Lazio altrimenti che arrivi un presidente vero che ponga al centro dei propri obbiettivi la crescita continua di una società come la Lazio che passi principalmente nell'accogliere i desideri di un  pubblico sempre più tradito disamorato .

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