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Governo, l’immigrazione fa riesplodere le tensioni tra M5S e Pd

Di Maio presenta il Decreto sui rimpatri, che Zingaretti liquida come “bandierina”. Intanto la polizia certifica che un terzo dei reati è commesso da stranieri

E dopo un periodo di calma apparente, sono riesplose tutte insieme le contraddizioni del Governo rosso-giallo. Il casus belli in realtà è un classico – l’immigrazione. E a scatenare la polemica è stato, manco a dirlo, Luigi Di Maio.

Il neo-Ministro degli Esteri ha presentato alla Farnesina il nuovo Decreto interministeriale sui migranti, che prevede di sveltire le procedure per i rimpatri verso 13 Paesi, quasi tutti africani o balcanici. La misura, messa a punto assieme ai colleghi dell’Interno, Luciana Lamorgese, e della Giustizia, Alfonso Bonafede, mira, come ha spiegato il capo politico pentastellato, a «portare le misure per stabilire se un migrante può stare in Italia da due anni a quattro mesi».

Giggino non ha rinunciato a una stoccata al suo ex collega di vicepremierato Matteo Salvini, cui ha nuovamente imputato l’immobilismo proprio sul tema dei rimpatri. È però indubbio che una simile accelerazione, che va in senso contrario rispetto agli umori di buona parte della base grillina, è indice della necessità di recuperare consenso a tutti i costi, anche seguendo la strada tracciata con successo (almeno stando ai sondaggi) dall’ex alleato leghista.

Considerazione diametralmente opposta a quella del Partito Democratico che, per bocca del leader Nicola Zingaretti, ha stigmatizzato la «corsa a piantare le bandierine, una competition per lo strapuntino da rivendicare a ogni costo».

Il segretario dem, già irritato per le «fughe in avanti» sull’Iva e le «capriole» sul taglio del cuneo fiscale, non è entrato nel merito del provvedimento, lamentando piuttosto l’atteggiamento del M5S che avrebbe lasciato intendere (a torto, almeno secondo il Governatore del Lazio) che la mossa fosse concordata.

Certo, la tempistica non è stata delle migliori, dal momento che la critica è arrivata nel giorno in cui il capo della Polizia Franco Gabrielli, presentando i dati sulla criminalità in Italia negli ultimi dieci anni, ha sottolineato come i reati siano complessivamente calati, ma anche come siano gradualmente aumentati quelli commessi da stranieri: i quali sono il 12% della popolazione ma sono responsabili di un terzo delle illegalità.

È comunque in qualche modo ammirevole la pervicacia del Pd che, sul tema immigrazione, continua a mantenere la propria posizione pur sapendo benissimo quanto sia impopolare, senza cedere di una virgola rispetto ai suoi obiettivi: i porti aperti e la Lega al 60%.

Foto dalla pagina Facebook di Luigi Di Maio

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