Esplosione a Castel d’Azzano e la stretta sulle occupazioni abusive: cosa cambia a Roma con la nuova legge
L’esplosione nel veronese rimanda anche a Roma, città storicamente segnata dal fenomeno degli immobili occupati

L’esplosione avvenuta in un casolare occupato a Castel d’Azzano, nel Veronese, ha riportato con forza il tema delle occupazioni abusive al centro dell’agenda politica e mediatica. A Roma, città storicamente segnata dal fenomeno degli immobili occupati, la questione è ancora più urgente. La nuova Legge n. 80/2025 (Decreto Sicurezza) introduce infatti pene più severe e procedure accelerate di sgombero, con conseguenze dirette per centinaia di edifici della Capitale attualmente fuori controllo.
Roma e le occupazioni abusive: un fenomeno radicato
Secondo i dati diffusi dal Comune e confermati dal Viminale, a Roma si concentra la fetta più consistente delle occupazioni abusive in Italia. Quartieri come San Lorenzo, Tor Sapienza, Centocelle e Tiburtino convivono da anni con stabili trasformati in case di fortuna, occupati da nuclei familiari italiani e stranieri.
In città si contano oltre un centinaio di edifici occupati, tra immobili pubblici dismessi e abitazioni private finite nelle mani di occupanti. Alcuni, come l’ex scuola di via Curtatone o il palazzo di via Carlo Felice, sono diventati simboli di tensione sociale e scontro politico.
Cosa prevede la nuova legge contro le occupazioni abusive
Il Decreto Sicurezza 2025 cambia radicalmente il quadro normativo:
- Reclusione da 2 a 7 anni per chi occupa abusivamente un immobile, sia pubblico sia privato.
- Sgombero immediato con tempi molto più rapidi rispetto al passato.
- Estensione delle misure alle abitazioni private, non più solo agli immobili pubblici.
Per Roma, dove i piccoli proprietari sono spesso vittime di occupazioni difficili da contrastare, la novità rappresenta un punto di svolta.
Le reazioni nella Capitale: tra soddisfazione e timori
Il provvedimento divide Roma. Le associazioni dei proprietari immobiliari salutano con favore la nuova legge, sottolineando che finalmente chi subisce un’occupazione potrà contare su tempi certi e su pene realmente dissuasive.
Dall’altro lato, le associazioni per il diritto alla casa denunciano un rischio: senza un piano di edilizia popolare e soluzioni alternative per chi vive in emergenza abitativa, gli sgomberi rischiano di aumentare il numero di persone in strada. A Roma, ricordano, si stimano oltre 12.000 famiglie in graduatoria per l’assegnazione di una casa popolare, un dato che rende evidente l’emergenza sociale.
L’esempio di Castel d’Azzano come monito
L’incidente avvenuto a Castel d’Azzano – dove una bombola di gas è esplosa durante lo sgombero di un casolare occupato – mostra i pericoli di situazioni simili. Strutture fatiscenti, impianti improvvisati e assenza di controlli possono trasformare gli stabili occupati in bombe a orologeria.
A Roma, dove molti edifici dismessi sono in condizioni analoghe, le forze dell’ordine sottolineano la necessità di intervenire con urgenza, ma anche con prudenza per evitare rischi per gli occupanti e per i quartieri circostanti.
Le prospettive per Roma
La nuova legge rappresenta per la Capitale un banco di prova. Nei prossimi mesi si capirà se le procedure accelerate di sgombero riusciranno davvero a restituire agli enti pubblici e ai privati i loro immobili, senza alimentare tensioni sociali già molto alte.
Il tema resta centrale: da un lato la lotta all’illegalità e al degrado urbano, dall’altro la necessità di non abbandonare chi vive in condizioni di estrema vulnerabilità. Roma, più di altre città italiane, sarà l’arena in cui questo equilibrio verrà testato.