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Capena, muore il giostraio aggredito alla Sagra del vino e dell’uva: indagini sui giovani coinvolti

Stefano Luigi Cena, giostraio di 64 anni, muore dopo l’aggressione alla Sagra del vino e dell’uva di Capena. Indagini su un gruppo di giovani

Carabinieri

La festa doveva essere un momento di comunità e spensieratezza, ma si è trasformata in tragedia. Stefano Luigi Cena, giostraio di 64 anni, è morto il 14 ottobre dopo quattro giorni di coma. L’uomo era stato brutalmente aggredito da un gruppo di giovani alla Sagra del vino e dell’uva di Capena, in provincia di Roma. L’episodio è avvenuto davanti a decine di persone riunite per l’edizione centenaria del tradizionale “Vendemmiale”. Cena lascia la moglie e tre figli, due dei quali erano presenti quella sera e hanno assistito alla violenza.

Capena, il giostraio aggredito per un biglietto non pagato

Secondo le prime ricostruzioni fornite dai carabinieri, il giostraio aveva chiesto a un gruppo di giovani di pagare il biglietto per salire sulle giostre o, in alternativa, di scendere. Una richiesta normale, che però avrebbe innescato una reazione spropositata. Pochi istanti dopo, infatti, sarebbero arrivati altri ragazzi che hanno accerchiato Cena e lo hanno colpito con calci e pugni in più parti del corpo.

La moglie dell’uomo e uno dei figli sono rimasti coinvolti nel tentativo disperato di difenderlo, riportando ferite meno gravi. La scena ha sconvolto i presenti: diversi testimoni hanno parlato di una vera e propria aggressione di gruppo, avvenuta in una piazza gremita, sotto gli occhi increduli dei cittadini e dei visitatori della festa.

Le indagini: nove giovani denunciati, ma il cerchio non è chiuso

I carabinieri della compagnia di Monterotondo, intervenuti subito dopo l’accaduto, hanno avviato un’indagine coordinata dalla Procura di Tivoli. Finora sono stati denunciati nove ragazzi, tutti giovanissimi, mentre altre persone risultano ancora ricercate per il loro coinvolgimento nella rissa.

Gli inquirenti stanno analizzando i filmati delle telecamere di sorveglianza installate in piazza Civitucola, il cuore della sagra. Le immagini potrebbero fornire dettagli decisivi sulla dinamica dell’aggressione e sull’identità di tutti i partecipanti. La morte di Stefano Luigi Cena, avvenuta dopo giorni di agonia, potrebbe aggravare le accuse a carico dei responsabili, facendo passare le contestazioni da lesioni personali gravi a omicidio preterintenzionale.

Dolore e rabbia a Capena

La notizia della morte di Cena ha scosso profondamente Capena. La Sagra del vino e dell’uva, giunta al suo centesimo anniversario, avrebbe dovuto rappresentare un momento di orgoglio per la comunità locale. Invece, resterà segnata per sempre da questa tragedia.

In paese si respira dolore, ma anche rabbia. “Non è possibile che un diverbio per un biglietto non pagato degeneri in una simile violenza”, ha commentato un residente. Molti conoscevano la famiglia Cena, legata da anni alle giostre e alle feste popolari del territorio. In queste ore si stanno moltiplicando i messaggi di vicinanza e solidarietà alla moglie e ai figli, mentre l’amministrazione comunale ha espresso cordoglio e promesso sostegno.

Giovani e violenza: il dibattito che divide

Il caso ha acceso un acceso dibattito sul ruolo dei giovani nelle piazze e nelle manifestazioni pubbliche. L’aggressione di Capena riporta al centro della discussione il tema delle “baby gang”, gruppi di ragazzi che si muovono in branco e spesso agiscono con brutalità, come già accaduto in altre città italiane.

Secondo gli investigatori, il branco di Capena non sarebbe organizzato in una vera e propria gang, ma il comportamento violento e l’azione collettiva mostrano dinamiche preoccupanti. Molti commentatori parlano di un fenomeno legato al disagio giovanile, all’assenza di regole condivise e a un crescente senso di impunità.

Le prossime mosse della Procura

L’autopsia disposta dalla Procura di Tivoli chiarirà le cause esatte della morte di Cena e sarà decisiva per la qualificazione giuridica dei reati contestati. I carabinieri continuano a raccogliere testimonianze e a passare al vaglio video e foto scattate durante la festa.

La famiglia del giostraio, intanto, chiede giustizia. Il dolore per la perdita è enorme, ma altrettanto forte è la volontà di vedere puniti i responsabili. “Papà è morto solo perché ha fatto il suo lavoro”, ha dichiarato uno dei figli. Una frase che racchiude l’assurdità e la drammaticità di questa vicenda.

Una tragedia che lascia un segno profondo

La morte di Stefano Luigi Cena non è solo la storia di un’aggressione finita in tragedia, ma il simbolo di un problema sociale più ampio. La violenza gratuita, l’incapacità di gestire i conflitti e l’assenza di rispetto verso il prossimo emergono con forza da questa vicenda, che ha distrutto una famiglia e segnato una comunità intera.

Capena ora piange il suo giostraio, ma chiede anche risposte e azioni concrete per evitare che simili episodi possano ripetersi. La festa del vino e dell’uva, nata per celebrare tradizione e convivialità, resterà da oggi un doloroso monito sulla fragilità della convivenza civile.