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Edilizia. Nel Lazio circa 20mila lavoratori in nero o irregolari

Roma detiene il primato degli infortuni sul lavoro; seguono Latina e Frosinone

La metà dei lavoratori nel settore edile è in nero. Sono oltre 45mila i lavoratori regolari del settore edile del Lazio. A questi, però, si aggiungono circa 20mila lavoratori irregolari o in nero. Numero quest’ultimo sempre più in crescita soprattutto dal 2008 a oggi, periodo in cui quasi 50mila addetti hanno perso il lavoro. L’edilizia, insieme all’agricoltura e al terziario, è il settore con la più alta percentuale di lavoro nero e irregolare. Dai dati incrociati tra forze dell’ordine e Inps emerge inoltre che oltre il 40% delle aziende del Lazio, soprattutto a conduzione famigliare, sfrutta il lavoro irregolare. I cantieri, poi, risultano essere i luoghi di lavoro dove meno si rispettano le normative sulla sicurezza. Non è un caso quindi se circa il 20% degli infortuni mortali sul lavoro avvengono nel settore edile. Primi in questa classifica la Roma e provincia, seguite da Latina e Frosinone.

È quanto emerge da uno studio della Feneal Uil e della Uil di Roma e del Lazio presentato questa mattina al centro congressi Cavour di Roma durante un convegno sul tema delle infiltrazioni mafiose nel settore delle costruzioni.

Un montante ore inferiore al lavoro svolto. Secondo l’indagine della Uil la situazione di crisi ha prodotto, oltre la perdita di posti di lavoro, la chiusura di più di 4mila aziende edili e una riduzione di circa il 50% delle ore di lavoro; anche per i lavoratori regolari la media delle ore denunciate alle Casse Edili si aggira intorno alle 5. “Anche le aziende in regola inoltre tendono a denunciare un montante ore inferiore a quello effettivo che in genere è almeno il doppio. In cantiere infatti si lavora generalmente dalle 7 alle 17 e in estate forse ancora di più” – spiega Francesco Palese, segretario generale Fenealuil Lazio.

Criminalità e corruzione. Le caratteristiche proprie del settore delle costruzioni sono la temporaneità e la mobilità. Caratteristiche che, secondo Francesco Palese, “contribuiscono ad incrementare ulteriormente l’infiltrazione mafiosa, tanto che oggi si può tranquillamente affermare che il Lazio è diventato un vero e proprio laboratorio criminale nel settore”.

Per criminalità, “non si intende soltanto la mafia vera e propria ma anche il sistema di corruzione negli appalti pubblici portato alla luce soprattutto dall’inchiesta di Mafia Capitale”.

Infortuni sul lavoro. “Molti ci dicono che gli incidenti sui luoghi di lavoro sono diminuiti – dice Pierpaolo Bombardieri, segretario Uil Roma e Lazio – ma nessuno ci dice che questa diminuzione non è lontanamente proporzionale a quella degli addetti”. Riduzione che nel settore edile “ha coinvolto circa 50mila unità, su circa 100mila, e gli incidenti non si sono affatto dimezzati ma si sono ridotti massimo del 2%”.

Il caporalato. “In alcune zone di Roma inoltre – aggiunge Bombardieri – è evidente il fenomeno del caporalato”, ovvero quel fenomeno criminale che prevede lo sfruttamento della manodopera lavorativa. Combattere “con decisione” questi fenomeni è la richiesta della Uil. “Crediamo necessario fare una scelta di superamento del fenomeno del massimo ribasso che va a incidere sulla qualità e sulla sicurezza del lavoro” – incalza Bombardieri.

Vietare gli appalti alle aziende non in regola. A fronte di dati sopra esposti, la Uil chiede “più coraggio alle amministrazioni locali e anche al Governo nazionale: le aziende che violano le norme sulla sicurezza non possono partecipare a bandi pubblici. Credo sia una regola molto semplice”.

Il cantiere della legalità. L’incontro di oggi, a cui hanno preso parte tra gli altri Francesco Dall’Olio, magistrato del Tribunale di Roma, Alfonso Sabella, assessore alla Legalità di Roma Capitale, oltre ai rappresentanti della Uil, ha rappresentato anche l’occasione, per discutere insieme alle istituzioni preposte e ad alcuni magistrati l’idea del Cantiere della legalità, dove far convergere le proposte congiunte per una soluzione del fenomeno. 

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