Doppia esenzione IMU, se sei sposato non devi più pagare niente | requisiti semplicissimi e precisi
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La normativa IMU prevede una particolare forma di tutela per i coniugi che possiedono abitazioni separate: in presenza di requisiti chiari e verificabili è possibile ottenere una doppia esenzione, evitando completamente il pagamento dell’imposta sulla prima casa.
Negli ultimi anni il tema dell’esenzione IMU per le coppie sposate ha generato molti dubbi, soprattutto dopo diverse sentenze e chiarimenti ministeriali che hanno ridefinito l’applicazione della regola. La questione riguarda in particolare i coniugi che risiedono e dimorano abitualmente in due immobili diversi, entrambi classificabili come abitazione principale. Un caso tutt’altro che raro, legato spesso a esigenze lavorative, familiari o personali.
La legge italiana, infatti, riconosce l’esenzione IMU sull’abitazione principale, ma per lungo tempo si è discusso sulla possibilità che questo beneficio valesse per entrambi gli immobili quando i coniugi vivono separati pur restando sposati. Oggi il quadro è più chiaro: la doppia esenzione è possibile, ma solo rispettando condizioni precise stabilite dalla normativa e confermate dalla giurisprudenza.
Quando scatta la doppia esenzione IMU: la regola fondamentale
Il principio alla base della doppia esenzione è semplice: ciascun coniuge può essere esentato dal pagamento dell’IMU se l’immobile in cui vive è la sua abitazione principale, cioè il luogo in cui ha residenza anagrafica e dimora abituale. Per ottenere il beneficio devono dunque coesistere due requisiti: l’effettiva residenza anagrafica e la permanenza stabile nell’immobile.
Questo significa che la doppia esenzione è riconosciuta solo quando i coniugi hanno stabilito residenza e dimora in due case diverse, e quando tale situazione è reale, documentabile e non creata artificialmente per ottenere vantaggi fiscali. Le verifiche dei Comuni, infatti, si basano proprio sulla coerenza tra residenza dichiarata e vita quotidiana effettiva.

I requisiti richiesti e cosa controllano i Comuni
Per accedere al beneficio, entrambi i coniugi devono essere titolari (proprietari o comproprietari) degli immobili e dimostrare che ciascuno vive stabilmente nella propria abitazione. Vengono valutati elementi come i consumi, le utenze, la presenza continuativa nell’immobile e la reale separazione delle vite quotidiane.
Una volta verificati i requisiti, l’esenzione opera automaticamente per entrambe le abitazioni, con un risparmio significativo rispetto al pagamento dell’IMU ordinaria. Se invece la residenza risulta fittizia o non autentica, i Comuni possono contestare il beneficio e richiedere il pagamento dell’imposta arretrata, applicando anche sanzioni.
