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Dopo Covid-19 occorre voto online: è più sicuro e lo Stato risparmia risorse

L’emergenza sanitaria Covid-19 ha sollevato nuove esigenze di sicurezza: esprimere la propria preferenza politica con il voto online

Voto online

Voto online

Il Coronavirus impone misure drastiche e soprattutto veloci. Come quella di aggiornare il sistema di voto. Non stiamo parlando di una nuova legge elettorale ma della possibilità di esprimere la propria preferenza online. La questione, più volte dibattuta, è se utilizzare ancora, per la scadenza elettorale di settembre, i plessi scolastici come seggi. Con la campanella appena riattivata dopo la quarantena.

Per qualcuno, però, l’ipotesi di allestire le urne per le prossime consultazioni in luoghi diversi dalle scuole, potrebbe avere alcuni evidenti problemi di ordine pubblico e di sicurezza. Sandro Simoncini taglia corto e propone una scelta tecnologica: “Senza perdere tempo prezioso per cercare posti alternativi alle scuole – dice l’economista – basterebbe votare online. Altro che palestre o caserme, più semplice e sicuro sarebbe, eventualmente, allestire i seggi negli uffici postali per coloro che non avessero collegamento a internet”.
“Ogni cittadino -sottolinea Simoncini – potrebbe esprimere la propria preferenza in modo sicuro attraverso il proprio codice Spid. Ossia l’identità digitale necessaria per usufruire dei servizi della Pubblica amministrazione”.

Voto online: risparmio per le casse dello Stato


“Inoltre, ciò comporterebbe – continua – un risparmio per lo Stato di centinaia di milioni di euro, all’incirca tra i 400 ed i 600 milioni di euro“.
Del resto piattaforme del genere esistono già e i tempi per la gestione del voto elettronico potrebbero essere brevi. Il problema, ancora una volta, è burocratico ma l’emergenza richiede uno sforzo da parte del Parlamento per approvare rapidamente una legge che consenta il voto online. In ogni caso, in tempi utili per voto di settembre.
Intanto il presidente del Veneto, Luca Zaia ribadisce: “Finché non ci sarà una data per le elezioni dico di no all’apertura delle scuole il 14 settembre”. A meno che non si scelga l’opzione di organizzare alternative per i seggi. Polemiche che con il voto online potrebbero cessare e mettere tutti d’accordo.


Remo Bulgari

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