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Comunità Giovanile Roma, una raccolta firme contro la chiusura

Il Comune di Roma con una lettera chiede la riconsegna dei locali e ignora le richieste dei volontari della Comunità

Dopo un periodo di silenzio, ecco che la gestione del Casale di via di Grotta Perfetta n. 610 torna all’attenzione dell’assessore Alessandra Cattoi.

“In data 06/06/2014 è stata recapitata nuovamente una lettera da parte di Roma Capitale, che indica giorno ed ora dell’appuntamento che segue alla determina di sgombero, per la riacquisizione da parte dell’istituzione del Casale Rosa”, appuntamento che è stato fissato a lunedì 9 Giugno, alle ore 14.

“Dopo diversi tentativi di confronto con le istituzioni di prossimità (Municipio VIII e Assessorato alla Famiglia nella persona dell’assessore Alessandra Cattoi) – spiegano i volontari della Comunità Giovanile che svolge le sue attività all’interno del Casale – non è mai stato dato seguito alle nostre richieste. Anzi, dopo aver gestito per circa 3 anni la struttura e le attività, raggiungendo e superando tutti gli obiettivi previsti dalla convenzione, siamo stati quasi totalmente ignorati dalle stesse”.

La richiesta principale – come già abbiamo avuto modo di spiegare – è semplice e chiara: “Sin dal primo momento (dalla scadenza della convenzione nel febbraio 2014) – spiegano ancora i volontari – abbiamo richiesto la possibilità di poter proseguire il servizio, sostenuto con forza da tutto il quartiere che nella Comunità Giovanile ha trovato un punto di riferimento, per ulteriori 21 mesi, come da convenzione, senza alcun costo a carico delle casse comunali e, quindi, dei cittadini. Tale richiesta, protocollata presso l’Assessorato alla Famiglia di Roma Capitale il 30 Gennaio 2014 è stata ed è tutt’oggi, ignorata”.

La questione, però, diventa più complicata nel momento in cui la Comunità Giovanile informa che “con l’accesso agli atti siamo venuti a conoscenza della volontà di Roma Capitale di voler istituire all’interno del Casale Rosa un centro di contrasto alla violenza sulle donne, affidando direttamente la struttura, senza bando, a due cooperative che ad ora gestiscono il servizio in affitto presso un privato”.

I volontari, quindi, non solo contestano “le modalità di gestione della cosa pubblica (una struttura del genere andrebbe affidata solamente dopo un bando pubblico a cui tutti, noi compresi, possano partecipare)”, ma rilevano anche “l’assoluta sordità nell’imposizione da parte di Roma Capitale rispetto alle reali esigenze del quartiere che necessita di uno spazio aggregativo ed un punto di riferimento come questo, libero ed aperto, a favore di giovani e famiglie”.

I volontari della Comunità, a fronte di tutto questo, hanno dato vita in questi giorni a forme di sensibilizzazione nei confronti “del quartiere, dei ragazzi, delle ragazze, delle famiglie che in questi anni hanno frequentato il Casale”, per spiegale loro “quanto sta accadendo e per difendere insieme questo bene comune”.

Tra le iniziative poste in essere, anche una raccolta firme, alla quale si può aderire oggi e domani, sabato 7 e domenica 8 giugno, dalle 9 alle 13 e dalle 16 alle 19, con la quale si chiede “alle Istituzioni la prosecuzione delle attività della Comunità Giovanile a favore del quartiere e della città”. Per firmare, si può andare direttamente al Casale.

Il prossimo appuntamento, invece, è fissato a lunedì 9 Giugno, alle ore 13.30, quando si darà inizio ad un’Assemblea pubblica con i cittadini residenti del quartiere di Roma ’70.

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