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Cislaghi: I dati di oggi l’anno scorso ci avrebbero terrorizzato, invece ora si riapre

“Se riapriamo tutto, c’è il rischio che ci si comporti come se fosse sparito”

semi-aperture

Semi-aperture

“È evidente che, con il livello di vaccinazioni a cui siamo, incrementare di molto la circolazione delle persone significa far risalire la curva dei contagi. Se a febbraio dello scorso anno avessimo avuto gli stessi dati di questi giorni, ci saremmo terrorizzati”. Lo dichiara in un’intervista a iNews24.it, Cesare Cislaghi, ex professore di Economia Sanitaria alla Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Milano ed ex presidente dell’Associazione italiana di epidemiologia. 

Riaprire quando la popolazione avrà interiorizzato il rischio che corre

Sulle riaperture Cislaghi è molto cauto: So che c’è una necessità di riaprire, perché molte persone sono in difficoltà economica, però bisogna far capire che se vogliamo convivere con il virus, dobbiamo ricordarci che è sempre dietro l’angolo. 

Se riapriamo tutto, c’è il rischio che ci si comporti come se fosse sparito. Il dibattito politico si concentra sugli aspetti economici che sono importanti perché si riflettono anche sulla socialità e sulla salute, però il problema, secondo me, è riaprire quando la popolazione avrà interiorizzato il rischio che corre”.

La responsabilizzazione individuale

“Le persone non hanno capito fino in fondo come deve essere il proprio comportamento individuale”, prosegue il professore. “Temo che possa succedere quello che è successo in Sardegna, che è diventata zona bianca, ma dopo poco è tornata rossa”. Infine, Cislaghi conclude: “Si è perso tanto tempo nei talk show dando notizie contrastanti, invece che puntare sull’aspetto della responsabilizzazione individuale”.

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