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Che caldo fa

L’Organizzazione Mondiale per la Meteorologia ha definito l’estate appena passata la sesta più calda di sempre

E’ stata una estate pazza, almeno nel Bel Paese. Piogge improvvise accompagnate, talvolta, da vere e proprie trombe d’aria hanno fatto storcere il naso anche agli operatori del settore turistico e agli ultimi esemplari di vacanzieri italiani (“specie”, quest’ultima, ormai in via di estinzione).

Eppure, la World Meteorological Organization, dati alla mano, ci dice che abbiamo vissuto una delle estati più calde di sempre. E ancora, lo scorso agosto è stato il più caldo da quando si registrano dati sulle temperature.

E’ chiaro che i risultati dei dati sulle temperature rilevate sono relativi all’intero globo terrestre e, certamente, come accaduto in Italia, ci sono stati altri Paesi e altre aree che hanno avuto la nostra medesima percezione in merito ma, nel complesso e per la maggioranza del territorio terrestre e marino del Pianeta, le cose sono andate esattamente così.

I cambiamenti climatici in atto da anni hanno portato enormi squilibri che, già da un po’, stanno influenzando l’andamento meteorologico globale tanto che, in alcuni momenti, ci sembra di non riconoscere più la stagione che si sta vivendo.

Le celeberrime e tanto care ai TG sensazionalistici, “bombe d’acqua” non sono altro che gli effetti della tropicalizzazione in atto in ampie aree del Mediterraneo. Nulla di nuovo rispetto a quanto veniva anticipato qualche decennio fa da alcuni studiosi “fuori dal coro” che, allora, furono presi per matti ed incompetenti.

L’anticiclone delle Azzore, che, come consuetudine, durante i mesi estivi arriva in Italia proteggendola dalle perturbazioni, questa volta si è dimenticato di noi e si è spinto più a nord lasciandoci a bocca asciutta. Anzi, più che bagnata. Le mutazioni sono in atto e, prima di una certa stabilizzazione passeranno anni. Tutto il Pianeta è interessato dal cambiamento in atto.

Se gli orsi polari, al Polo, annegano non è perché hanno dimenticato di saper nuotare ma, semplicemente e brutalmente, perché nei loro territori di caccia di sempre, non c’è più ghiaccio dove approdare. Le immagini delle migliaia e migliaia di trichechi che, ieri, hanno invaso le coste dell’Alaska hanno fatto il giro del  mondo.  Il Polo continua a sciogliersi nell’indifferenza più o meno generale. Quasi che questa vera e propria tragedia in atto non debba interessarci. Almeno fino a quando, e sta già cominciando ad accadere, la questione non ci toccherà da vicino. Talmente da vicino che non basteranno nemmeno i forestali della Calabria (che fino a pochissimi anni fa risultavano essere molto più numerosi dell’intero Canada!) a metterci una pezza, anzi un gommone.

E’ proprio vero che non c’è più la mezza stagione.

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