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Casale San Nicola, revoca domiciliari per CasaPound Italia

Iannone: “Riconosciuta la legittimità della protesta e l’uso sproporzionato della forza pubblica”

Gli arresti domiciliari sono stati commutati in obbligo di firma per i nove attivisti di CasaPound Italia accusati, per i fatti dello scorso 17 luglio a Casale San Nicola, di concorso in resistenza aggravata a pubblico ufficiale, nonché, a vario titolo, di lesioni a pubblico ufficiale, porto di oggetti ad offendere, e di utilizzo di casco durante manifestazioni in luogo pubblico.

Decisione presa nonostante l’accusa avesse chiesto la proroga delle misure cautelari personali, eseguite il 30 ottobre scorso dagli agenti della Digos, paventando il rischio della reiterazione del reato.

“Il gip – sottolinea in una nota il leader di Cpi Gianluca Iannone – ha riconosciuto la sproporzione della misura cautelare, da lui stesso inflitta sulla base delle conclusioni a cui era arrivato il pm, dopo aver ascoltato negli interrogatori di garanzia la versione di chi ha partecipato a quella brutta pagina della storia italiana”.

Proprio uno dei nove imputati, Davide Di Stefano, interrogato stamani, tramite la sua pagina Facebook ha svelato il contenuto delle dichiarazioni rese al gip Giovanni Giorgianni. “Mi sono sentito in dovere – scrive Di Stefano – di spiegare al P.M. che nella nostra cultura politica non solo lo Stato è presente, ma ne auspichiamo addirittura un ruolo più forte”.

“Se fossimo a capo del Ministero dell'Interno però, l'idea di sottostare ad imposizioni di istituzioni e poteri stranieri non eletti da nessuno, piazzare in un quartiere di Roma immigrati clandestini spacciati per profughi, in una struttura legalmente giudicata ‘non idonea’, per ingrassare con i soldi dei cittadini una cooperativa di sinistra che mette a guardia dello stesso centro una ‘pattuglia’ di rom con facce e modi da criminali, utilizzando la forza pubblica per cacciare con le cattive i residenti del quartiere, non verrebbe presa in considerazione. Perché nella nostra idea di Stato, il nostro compito sarebbe quello di difendere gli italiani. Che è esattamente quello che abbiamo fatto a Casale San Nicola, conclude Di Stefano.

 

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