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Bracciano, Francesca Pasinetti: dalla Coppa del Mondo alla passione per la Gravity Experience

La splendida storia di Francesca Pasinetti, tra sport e avventura

Francesca Pasinetti e le farfalline

Francesca Pasinetti e le farfalline

Francesca Pasinetti alla Coppa del mondo 2006 di Miè in Giappone titolare nell’esercizio ai 5 nastri e come riserva all’esercizio 3 cerchi/4 clavette, vincendo la medaglia di bronzo nell’esercizio ai 5 nastri.

Francesca Pasinetti, dalla Coppa del Mondo alla Gravity Experience

Dopo la carriera Nazionale Italiana di ginnastica ritmica, il capo aviere Aeronautica Militare Pasinetti proseguendo delle mette del corpo aeronautica militare, oggi Sergente Maggiore e Tecnico Federazione Regionale.

Incontrando nuove attività sportive ginnastica ritmica localizzate in varie provincie, il presidente Catarci Silvio della Associazione Sportiva Gravity Experience il ruolo di Francesca Pasinetti Tecnico Federazione Regionale.

L’associazione Gravity Experience è nata inizialmente come progetto per aiutare i ragazzi a superare i propri limiti fisici e mentali attraverso sport ha contattato con la natura e sport estremi.

Con l’aiuto dei quattro elementi naturali che sono fuoco aria terra e acqua e sono il nostro logo, sport con Wind serf sup kayak parapendio wild camping e subacquea dopo divenne attività ginnastica artistica, il Presidente Silvio Catarci operando con costanza con tim atleti professionisti all’insegnamento dei giovani ragazze e bambini.

Francesca Pasinetti e le farfalline
Francesca Pasinetti e le farfalline

Francesca Pasinetti  ci racconta la sua storia                            

“All’età di otto anni ho iniziato a fare ginnastica ritmica con mia sorella gemella, prima facevamo nuoto.all’età di sedici anni sono entrata in nazionale, partecipando a diverse competizioni. in nazionale ci sono stata come ginnasta dal 2001 al 2008, e la fatica è stata tanta, fisica soprattutto perché le ore di allenamento sono tante, 8/9 ore al giorno, la sera scuola, mangi poco, molto poco, infatti almeno per me il 70 per cento della fatica è stata la dieta, anzi, il “quasi” non mangiare e la bilancia tutte le mattine.

L’adolescenza sotto pressione, ma nessun rimpianto

Questo è un grande stress psicologico, ma guardandomi indietro rifarei tutto quanto, tante volte ho fatto anche la riserva e questo mi ha fatto soffrire moltissimo, ma fa parte della vita di ogni atleta ed si vede che c’era qualcuno migliore di me. ha volte sono stata troppo severa con me stessa perché purtroppo si cresce in quel mondo che devi dare sempre di più, superare i tuoi limiti, è uno sport dove sei giudicato ogni giorno sia fisicamente e lavorativamente.

Crescendo con la convinzione che se non sei mai abbastanza che se non fai un determinato numero di gare o un determinato tempo in nazionale allora non sei nessuno, non vali niente, invece ho il ricordo negli otto anni passati da ginnasta in nazionale e nei 5 anni passati da assistente di diverse ginnaste che magari non hanno fatto tutti i quattro anni del ciclo olimpico perché non hanno retto psicologicamente o fisicamente magari, ma erano delle ottime ginnaste che hanno ottenuto anche grandi risultati.

E guardandomi indietro adesso, posso dire di essere fiera di me anche solo di aver indossato la maglia azzurra e aver potuto imparare dall’allenatrice più medagliata del mondo, Emanuela Maccarani.

Il mio periodo da assistente al fianco della Maccarani è stato molto bello, mi ha sempre dato carta bianca, mi gratificava per dirmi che stavo facendo un buon lavoro e mi correggeva all’occorrenza senza peli sulla lingua, una donna molto diretta.

La parte più difficile è stato il gestire il rapporto con le ginnaste, perché mi sono trovata a fare l’allenatrice di ginnaste con cui sono cresciuta e mi erano amiche ed inevitabilmente a quei livelli il lavoro è duro, quindi lo deve essere anche l’allenatrice.

L’avventura londinese

Dopo Londra del dicembre 2012 ho deciso di terminare il mio percorso, ero un po’ stanca e volevo dedicarmi del tempo e cambiare totalmente aria. ho fatto qualche anno sabbatico lontano dalla ritmica poi ho iniziato ad allenare ma sta volta con delle bambine piccole a Bracciano.

Passavano gli anni e da otto bambine che avevo nel giro di diversi anni siamo arrivate con la mia collega tra 60 ad 70 bambine. L’impegno era molto perché allenavo quasi tutti i giorni dalle 17 alle 21!

Purtroppo ho smesso di allenare a bracciano per cause di forza maggiore e non di certo perché la mia passione nel trasmettere questo bellissimo sport fosse venuta a meno.

Nell’ottobre 2021 abbiamo aperto i corsi di ritmica a Trevignano romano, grazie anche al Sindaco Claudia Maciucchi che ci ha dato la possibilità di usare il palazzetto comunale.

Abbiamo avuto tante bambine di cui alcune che mi seguono da anni, e questa loro lealtà e amore mi commuove sempre. Ormai fanno parte della mia vita, io amo allenare mi fa stare bene, amo tutte le mie bambine.

Io ho una frase che porto nel cuore che fa: “alla mia bambina, te non eri una fra tante, te eri, come tutte quante la più importante di cuore”.

Venerdì 17 giugno 2022 abbiamo fatto il saggio è stato bellissimo ed emozionante.

Riprenderemo a settembre e spero di fare più ore e magari un giorno in più di allenamento sempre che si incastri tutto con il lavoro perché io sono militare dell’aeronautica ed ai miei diversi impegni che sono il catechismo ai ragazzi della cresima e la Croce Rossa. non potrei rinunciare a nessuna di queste cose, della associazione gravity experience e le bambine”.  

Elio Scagnetti