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Ama a Comune Roma: Pagare nostri crediti o continuità azienda a rischio

Dopo i no ricevuti da Palazzo Senatorio sul trattenimento della Tari, l’azienda si vedrà costretta “a interrompere servizi anche di pubblica utilità”

Se Roma Capitale entro oggi non sarà in grado di comunicare ad Ama quando intende pagarle i suoi crediti, a partire dalla fattura di gennaio del contratto di servizi che vale poco più di 58 mln, l'ordinaria gestione e la continuità aziendale della municipalizzata capitolina dei rifiuti "sarebbero compromesse" e l'azienda sarà costretta ad interrompere anche i servizi di pubblica utilità.

La lettera firmata dal presidente della società di via Calderon de La Barca, Lorenzo Bagnacani, secondo quanto apprende l'agenzia Dire, richiama ancora una volta alle proprie responsabilità il Campidoglio che, proprio nella delibera di bocciatura del progetto di bilancio 2017 di Ama, aveva comunque assicurato all'azienda "la necessaria stabilità finanziaria, con la garanzia della puntuale esecuzione dei pagamenti previsti dai vigenti contratti di servizio" riservandosi, peraltro, "di adottare ogni atto ritenuto opportuno e necessario avente ad oggetto la stabilità finanziaria di Ama che garantisca la continuità aziendale della stessa così come richiesto dal Collegio sindacale".

Tuttavia, il socio unico Comune nelle ultime ore ha respinto la richiesta di Ama di trattenimento in deroga dei 250 milioni di incassi di Tari e non ha fornito delucidazioni su quando intende firmare il pegno che consentirebbe alle banche di continuare ad erogare le linee di finanziamento dopo il 28 febbraio. In realtà gli istituti di credito avevano posto da tempo a Roma Capitale anche un'altra condizione, cioe' l'approvazione del bilancio di Ama.

Nessuna delle due si è realizzata, per questo le banche hanno comunicato all'azienda che non ci sono le condizioni per erogare le linee di credito da 110 milioni. Quindi, i no ricevuti da Palazzo Senatorio sul trattenimento della Tari, il silenzio sullo sblocco del pegno e sulle tempistiche di pagamento dei crediti verso Ama sommati alla posizione di chiusura delle banche hanno portato il presidente Bagnacani alla lettera "ultimativa", nella quale al socio Campidoglio viene sottolineato che la "conseguenza immediata" dell'assenza di una dotazione finanziaria adeguata di Ama sarà quella di non essere in grado di pagare gli stipendi, le deleghe e i fornitori strategici già da fine mese.

In più l'azienda si vedrà costretta "a interrompere servizi anche di pubblica utilità". Tra lunedì e martedì Ama e Campidoglio si incontreranno per affrontare i nodi della questione. (Mtr/ Dire)

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