Alice ed Ellen Kessler, addio alle icone gemelle: spettacolo italiano in lutto
Le gemelle Alice ed Ellen Kessler sono morte a 89 anni. Secondo Bild avrebbero scelto la “morte assistita”. Ricordi, affetto e reazioni nella Capitale

Gemelle Kessler
La morte di Alice ed Ellen Kessler, confermata da diversi media tedeschi, chiude un capitolo che ha attraversato televisione europea, cultura pop e storia sociale del dopoguerra. Le due sorelle, nate il 20 agosto 1936 a Nerchau, in Sassonia, avevano 89 anni e per oltre mezzo secolo sono state un riferimento per il pubblico italiano e tedesco. Cantanti, ballerine, attrici, intrattenitrici, simbolo di un modo di fare spettacolo sicuro, elegante, costruito con disciplina e dedizione assoluta. Un modello professionale che ha attraversato generazioni, lasciando una traccia ancora oggi riconoscibile.
La notizia che arriva dalla Germania sulla morte assistita delle gemelle Kessler
Ora, secondo quanto pubblicato dal Bild, emerge che le due sorelle avrebbero deciso di ricorrere alla “morte assistita”, pratica consentita in Germania a condizioni molto rigide. La notizia ha colpito molti romani che le seguivano da decenni, generando un misto di tristezza e rispetto per una scelta vissuta con riservatezza e fermezza.
Come funziona la “morte assistita” in Germania
La normativa tedesca richiede decisione autonoma, capacità giuridica e piena consapevolezza. Chi aiuta la persona non può compiere l’atto finale, che altrimenti sarebbe considerato eutanasia attiva e quindi vietata. Il fatto che la polizia criminale sia stata informata, come prassi di legge, conferma che tutto si sarebbe svolto entro il quadro consentito. Niente sensazionalismo, dunque: solo la volontà di due donne che hanno vissuto tutta la vita fianco a fianco, scegliendo insieme anche l’ultimo tratto.
La carriera delle Kessler e il ruolo culturale in Italia
Il valore del loro lavoro non si limita al semplice intrattenimento. Negli anni in cui la televisione italiana si strutturava come mezzo di massa, la presenza delle Kessler contribuì a definire un immaginario nazionale, un approccio all’arte del movimento e dell’ironia che divenne parte dell’identità collettiva. Il soprannome “le gambe della nazione”, nato alla fine degli anni Cinquanta, è spesso ricordato per la sua leggerezza, ma rimanda a un’epoca di modernizzazione accelerata, in cui la Rai cercava nuovi linguaggi e nuovi volti per parlare a un Paese che usciva da anni difficili e guardava con fiducia al futuro.
La loro immagine, elegante e rigorosa, accompagnò il cambiamento del gusto italiano. Non erano solo interpreti, ma protagoniste di un modello televisivo in costruzione, nel quale precisione coreografica e presenza scenica diventavano strumenti narrativi e non solo decorativi. La loro capacità di adattarsi a format diversi contribuì a strutturare una professione oggi data per scontata: quella dell’artista completo, capace di unire canto, danza, recitazione e conduzione.
Le reazioni istituzionali e la memoria popolare
Il lutto che oggi investe il mondo dello spettacolo trova eco anche nelle istituzioni culturali italiane, che in queste ore ricordano il valore del loro contributo. Numerosi archivisti della Rai e storici della comunicazione hanno sottolineato come le Kessler siano state un ponte tra due culture europee, una testimonianza vivente del ruolo della televisione come spazio di dialogo internazionale.
Il pubblico italiano, inoltre, conserva un legame affettivo forte con le due sorelle. Le loro apparizioni sono rimaste scolpite in una memoria diffusa, spesso condivisa in famiglia. Non è un caso che in molti stiano riproponendo vecchi filmati delle loro esibizioni, diventati patrimonio collettivo. La loro presenza, sempre composta e professionale, ha lasciato un esempio di rigore e umanità.
Gemelle Kessler: un legame indissolubile anche nella morte
Un altro elemento che ha colpito l’opinione pubblica riguarda la scelta delle due sorelle di essere sepolte insieme, in un’unica urna, accanto alle ceneri della madre Elsa e del cane Yello. “È ciò che abbiamo stabilito nel nostro testamento”, aveva dichiarato Ellen in un’intervista al quotidiano Bild nell’aprile 2024. Una decisione che racconta una storia di unione profonda, costruita attraverso vita professionale e privata condivisa senza interruzione.
Il loro legame è stato un tratto riconosciuto anche da chi ha lavorato con loro. Registi, coreografi e colleghi ricordano oggi un rapporto fondato su intesa immediata, sincronismo naturale, sostegno reciproco. Anche nella società tedesca questa scelta viene interpretata come un atto di coerenza, l’ultimo gesto di due artiste che hanno fatto dell’armonia una cifra personale e professionale.
Il significato sociale del percorso delle gemelle Kessler
La morte delle Kessler invita a uno sguardo più ampio sul valore della cultura televisiva del Novecento. Il loro percorso dimostra come l’intrattenimento possa incidere sul modo in cui comunità diverse si percepiscono e dialogano. La loro figura, lontana da eccessi e semplificazioni, è stata capace di raccontare con naturalezza un’idea di Europa costruita sulla collaborazione e sul rispetto reciproco.
Ricordarle significa riconoscere il lavoro di due protagoniste che hanno dato forma a una parte importante del nostro patrimonio visivo. In un contesto contemporaneo in cui l’immagine è spesso veloce e sfuggente, il loro esempio ricorda quanto impegno, competenza e cura possano rendere duraturo un percorso artistico.
